Benvenuto nell’Olimpo bianconero, Claudio

In fondo è così: basta una notte a cambiare una vita. Basta un battito di ciglia a stravolgere una prospettiva eterna. Eppure un’inattesa brusca svolta può non bastare a spezzare un legame viscerale. Cambierà, si trasformerà, ma sarà per sempre un dipinto fantastico sul muro bianco dell’esistenza.

L’ultima notte è colata sulle guance di Claudio Marchisio, fino a che le prime luci delle mattina gliel’hanno confermato: nessun incubo. Dire addio alla sua Signora, il primo, grande amore, è come cavarsi dagli occhi la miriade di ricordi legati a doppio filo a questi 20 anni.

Impossibile. Claudio sarà sempre il ragazzino della Primavera che ha alzato la testa, impettito, quando hanno provato ad ammazzare l’anima bianconera. Per lui resterà una 8 a difesa di uno stile di vita, prima che di una fede.

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Marchisio è una delle ultime espressioni di vera juventinità. Non quella gridata, che salta in curva e gira le spalle all’improvviso, ma un modo di fare unico e inimitabile. La sua classe innata e la sua compostezza stupefacente si sono riversate in campo così come nella quotidianità.

A chi respira Juventus, a chi la vive, Claudio mancherà dannatamente. Resterà un esempio: per talento, dedizione, eleganza. Mai una parola fuori posto, sempre una grinta pulita a guidare un intero popolo verso la vittoria.

Eppure ha vinto tanto, lui, ma senza lasciarsi cadere nell’arroganza. Un esercizio complicato, che a tanti riesce poco e male. L’eleganza del suo passo felpato è la miglior matita per disegnare l’atteggiamento con cui, in questi anni, ha divorato campionati e coppe.

Anche lui va via privato della gioia più grande, quella lì, che manco serve più nominare. Ma sicuramente, quando il momento arriverà, Claudio sarà presente ad alzarla alta, al cielo, nell’Olimpo bianconero dove siederà da oggi.

 

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