Dall’inferno rossonero al purgatorio bianconero: Bonucci, il figliol prodigo è tornato. E’ l’ora delle risposte

14 Luglio 2017. 228 anni dopo la presa della Bastiglia. Leonardo Bonucci diventa ufficialmente un calciatore del Milan. Dopo mille imprese con la maglia della Juventus, l’ex Bari decide di accettare le avances dei rossoneri. Tra lo stupore generale dei tifosi di madama, per i quali era un vero e proprio idolo. Dopo i mille problemi: dalla famigerata serata passata in tribuna “sullo sgabello“alla finale di Cardiff. Leonardo decide di mettersi tutto alle spalle, sbattendo la porta in faccia al glorioso passato, per ricominciare. Con un’altra prestigiosissima maglia. Quella del Milan, storica rivale della Juve. Tanto basta per la simpatia del popolo bianconero, sentitosi tradito dall’idolo, con la maglia 19. Il resto è storia. Trita e sventolata.

INFERNO ROSSONERO: TRA LE BRACCIA D’UN DIAVOLO AMATO E ABBANDONATO

Un romanzo. Questa potrebbe essere la breve storia di Bonucci al Milan. Andiamo con ordine: arrivato in pompa magna, come deus ex machina, accolto in trionfo dai tifosi del diavolo, Leo ha vissuto un inizio di stagione traumatico. Milan in gravissima difficoltà con Montella sulla panchina. Cambi modulo frequenti, errori decisivi, mai una partita degna di nota. L’inizio di un incubo.

Poi la luce, che porta il nome di Gennaro Gattuso. Con lui in panchina, Bonucci sembra poter tornare a splendere. Accende la sua stella nel grigio cielo rossonero. Qualche prestazione stile Juve, la carica di leader e quella fascia al braccio, datagli subito da Fassone, indossata da Baresi, Maldini, Nesta e tanti altri uomini, prima che campioni. La parte centrale della stagione dell’ex galletto è positiva. Il Milan risale in classifica e sembra poter arrivare in Champions.

Il 31 Marzo, però, allo Stadium c’è la Juventus ad attendere Leo. I rossoneri giocano una buona partita, Bonucci sigla il gol del momentaneo 1-1, esultando in faccia ai tifosi di sempre, quelli che l’hanno sostenuto anche quando le cose andavano male. La partita termina 3-1 per la vecchia signora. Segue un periodo di alti e bassi per la squadra di Gattuso che chiuderà il proprio campionato al sesto posto.

Poi, la finale di Coppa Italia, che vede i bianconeri trionfare per 4-0. Bonucci esce dal campo con la testa chinata. Il suo sembra un fallimento vero e proprio. Era arrivato per risollevare il Milan, gli erano state affidate le chiavi della retroguardia del diavolo. Il suo inferno non è mai finito. il paradiso Juve era solo un lontano ricordo.  Numeri con la maglia del Milan: 51 presenze tra campionato, Europa League e Coppa Italia, 2 reti, 1 assist, 6 cartellini gialli e 1 rosso.

Alle prime difficoltà tra le braccia d’un diavolo sempre più morente, Leonardo abbandona la nave. Addirittura si parla di una decisione presa a Novembre: tornare a vestire la maglia che lo aveva reso grande. In piena stagione. Evidentemente dietro i proclami dell’estate 2017 si nascondeva altro. Di vero e puro c’era poco o nulla.

IL PURGATORIO

378 giorni dopo la storia sembra ripetersi. A parti inverse. Senza la gloria passata, cancellata da una stagione in chiaroscuro, fatta di molte ombre e pochissime luci. Leonardo Bonucci chiede a Marotta e Paratici di portarlo nuovamente nell’amata e- per un anno- dimenticata Torino. Prima, però, ci sono da risolvere gli screzi con Allegri, fiero e irremovibile condottiero bianconero.

Va bene Leo, affare fatto. Chiederai scusa ai tifosi e ai tuoi compagni“, questa potrebbe essere stata la risposta del Conte Max. Perdonato e arruolato. Perchè è arrivato CR7, bisogna puntare a vincere tutto. E la bravura di Bonucci potrebbe servire. La sua esperienza e il suo carisma tornano al centro della difesa bianconera. Un anno di inferno al diavolo, ora uno di purgatorio. Specie per i tifosi, che difficilmente lo perdoneranno. Non sarà semplice per Leonardo riconquistare i cuori di chi si è sentito profondamente tradito. Non basteranno le prestazioni. Servirà altro.

Ha tradito nuovamente, infatti, questa volta i tifosi del Milan che lo hanno accolto come “salvatore della patria”. I rossoneri avevano bisogno di una figura del genere. Bonucci si è rivelato altro. Alla prima occasione ha sbattuto anche la porta al diavolo. “Franco Baresi per il Milan fece anche il raccattapalle“, verrebbe da dire. Inutile star qui a parlare di calcio passato, per i nostalgici. E’ un pallone che non esiste più.

Ora Bonucci dia risposte: alla Juve che gli ha dato una seconda possibilità, ai tifosi che l’hanno amato incondizionatamente, al calcio e ai valori, spesso calpestati.

POSSIBILE RITORNO AL PARADISO

Sia chiaro: la Juventus per riprendere Bonucci ha ceduto un giovane di belle speranze come Caldara. Ha sacrificato il futuro per il presente. Cosa dovrà fare Leo per farsi perdonare? Non basteranno le parole, conteranno i fatti. Il resto sarà la storia a sancirlo. Tecnicamente il ritorno del figliol prodigo potrebbe anche essere utile. Sicuramente lo sarà. Ma in un calcio senza valori, sembra l’ennesima operazione convenienza.

La tua stella ha brillato a Torino per tanti anni. Poi si è spenta. E riaccenderla sarà un’impresa da Titani. Che sia chiaro. Perchè dell’amore per una maglia, per uno sport, probabilmente, Bonucci ne sa ben poco.

L’amor che move il sole e l’altre stelle“. Quell’amore dimenticato e sconosciuto ai più.

Francesco Ricciardi

 

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