Sensibilità, fruttini e immondizie: cronaca di un fallimento umoristico tutto italico…

Quando c’è da esprimere folkrore, comicità di dubbio gusto e originalità, si sa… Gli italiani sono sempre in prima fila. E non stiamo parlando dell’intero popolo del Bel Paese, ci mancherebbe altro. Ci riferiamo ad una buona fetta di popolino che ormai assume tra i propri valori fondanti quello dell’antijuventinismo. Capito bene? Tra valori supremi come educazione, famiglia, salute e lavoro, ci possiamo tranquillamente trovare il tifo sportivo non di una singola squadra, ma contro uno specifico team rappresentato dalla Juventus.

L’apologia dell’antijuventinismo ha radici profonde e non crediamo sia opportuno ricordarle in questo momento. Tuttavia, gli effetti individuali che produce questo “valore” nelle singole persone porta all’esasperazione ossessiva dell’italiano medio, impegnato a lottare in prima persona più nell’esprimere scherno verso i bianconeri e la loro storia che lottare per i propri diritti. Ne esce fuori uno splendido connubio tra vita e tifo, dove spesso il tifo prende il sopravvento sulla singola dignità umana, ormai persa nella maggior parte dei casi.

La poca fantasia italica

Ed è così che da quella notte di Madrid, passando per la sconfitta dello Stadium di ieri sera, l’italico popolino antijuventino si diverte a sfornare perle umoristiche ormai esasperanti, senza la minima paura di diventare ripetitivi all’ennesima potenza. Ed è così che il concetto dell’essere insensibile, dell’avere dell’immondizia al posto cuore e del bere fruttini e patatine è diventato lo sport nazionale dell’originalità e della poca fantasia italica. Battute durano settimane, mesi e anni, riciclate fino allo sfinimento e inserite in contesti dove il calcio manco esiste più. Lo scopo? Le risate facili del popolino bisognoso di umorismo. Un umorismo populista all’ennesima potenza. Uno sport nazionale reso tale dai singoli individui frustrati e non appagati dalla propria vita individuale, bisognosi probabilmente di essere accettati da un gruppo sociale per nascondere le proprie insicurezze della vita di tutti i giorni.

L’autoironia è sinonimo di intelligenza

Probabilmente i tifosi bianconeri passeranno per permalosi, avviliti e “rosiconi”. Nessun errore è più grave! Il popolo bianconero è probabilmente la tifoseria più autoironica e pronta a sorridere delle proprie (poche) disfatte. Perchè lo sport è anche scherno e scherzo autoironico. Ma lo scherno e le battute devono essere quantomeno sensate e ricercate. Non c’è cosa più bella di un’ironia originale, fatta bene e capace di mettere d’accordo tutti.

Perchè scherzare sulla disfatta di Madrid, sulle finali perse in Champions e sul gol di Koulibaly all’ultimo minuto senza tirare in ballo Asensio, la sensibilità e l’immondizia è un’arte che solo pochi sanno fare. L’autoironia è sinonimo di grande intelligenza che solo pochi parrebbero avere. Questi pochi fanno parte dell’élite bianconera che ha tutti i diritti per arrogarsi il merito di saper fare autoironia meglio di chiunque altro. E si… l’essere bianconero è paragonabile ad essere in un’élite, un gruppo esclusivo, una fortuna spettante a pochi. Pochi ma buoni. Qualcuno potrà additare questa supponenza come arroganza. Vero, ma abbiamo anche dei difetti! La storia della Juventus parla per sé e solo questo è un ottimo motivo per permettersi in alcuni casi di sentirsi superiori.

 

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