Ma con le piccole non dovrebbe essere più facile?

Le grandi partite sono quelle che ti consegnano alla storia, quelle che potrai raccontare a chi non ha avuto la fortuna di poterle vedere. Sono quelle che decidono il tuo valore reale, se sei degno di entrare nell’olimpo dei più forti o stazionare in un vortice di “vorrei ma non posso”. Un po’ come il Paris Saint Germain, che ogni volta che vuole bussare alla porta dei migliori, dall’alto dei suoi milioni spesi ovunque, rimane fuori in attesa di tempi migliori.

Le piccole partite, o comunque le partite “normali”, sono quelle che riempiono di più il calendario: avversari che non hanno velleità di scudetto o di conquista di trofei. Magari giochi in campi anonimi, in cui la storia scritta è poca roba in confronto a nomi altisonanti come Wembley, Old Trafford, Camp Nou… Sono la maggior parte delle partite che vanno disputate, sono quelle che danno più punti in assoluto e di conseguenza è necessario vincerne il più possibile, altrimenti quei grandi match citati in precedenza possono essere solo un sogno da videogioco.

Da tanto tempo si parla di scarsezza del campionato italiano: le squadre della metà di destra sono poco competitive e non esprimono un gran calcio. Per non parlare delle squadre coinvolte nella lotta salvezza: la qualità messa in campo è davvero poca cosa. Questo dovrebbe rendere la vita facile ad una squadra che può vantare il primo posto in Serie A, con la miglior difesa e il miglior attacco. Se di contro ti trovi un Crotone che viaggia ad una media inferiore al punto a partita, che subisce quasi due reti a incontro (1,78 per la precisione), dovresti avere la strada spianata alla vittoria, no?

La carta è sicuramente dalla tua parte. La parte teorica è favorevole, ora serve la pratica. Se una squadra è più forte dell’altra lo dimostrerà sul campo. La Juventus sa di essere più forte, non ci sono dubbi prima del match e non ci saranno neppure dopo. Succede però, che allo Scida il match termini sull’1-1, e che vengano fuori cori che paragonano Simy a Cristiano Ronaldo. Un gran gol in rovesciata (con complicità abnormi della difesa bianconera) che fa impazzire i tifosi pitagorici e che regala loro un punto che può essere fondamentale per la salvezza. La Juve rimane a +4 dal Napoli, vittorioso in rimonta contro l’Udine, e comunque vada lo scontro diretto all’Allianz Stadium, rimarrà avanti in classifica.

C’è da dire però, che l’atteggiamento di stasera degli uomini di Allegri è stato sbagliato e alquanto pericoloso: è sembrato infatti che la squadra avesse già vinto il match ancor prima di giocarlo. Non c’è stata la famosa fame di vittoria, piuttosto una certa superficialità che ha premiato la squadra di Zenga e la tenacia dei suoi ragazzi. Inutile appellarsi alle parate di Cordaz: anche se quei palloni fossero entrati la critica non sarebbe cambiata. Nel girone di ritorno contro Benevento, Spal e Crotone sono arrivati solo 5 punti sui 9 disponibili, tutti arrivati con prestazioni non proprio eccelse. A cinque giornate dalla fine è bene riuscire a capire se e quanto sia il caso di preoccuparsi: lo scontro di domenica con il Napoli potrà (non matematicamente) chiudere il discorso scudetto. O riaprirlo completamente. Dopo di chè, ad attendere la Juventus ci saranno Inter, Bologna e Roma. Più il Verona, squadra vicina alla Serie B. A questo punto, se non cambia il carattere della Juve, potrebbe essere quella la partita più difficile.

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