Imprescindibilmente Giorgio Chiellini

Ci sono notti in cui qualcosa nell’aria sembra avere una qualche magia in più. Notti in cui il profumo di adrenalina sembra non volere andare via, nemmeno sulla pelle. Perché quando si è protagonisti, c’è sempre un motivo in più per non riuscire a prendere sonno, per mettere un po’ da parte quella tensione ancora nelle vene. Di sicuro, avrà avuto la stessa sensazione, ieri sera, Giorgio Chiellini.

GIORGIO CHIELLINI, FUOCO E FORZA

Sarà stato difficile spegnere quel mix di emozioni nel palcoscenico di Wembley. Era una gara che sentiva sua, forse più delle altre. La sentiva più sua per vari motivi, primo tra tutti quel saluto commosso che ha preceduto quel fischio iniziale. Era tutto dentro i suoi occhi: la tristezza infinita e la carica inaudita. L’odio verso il destino e  la rabbia da trasformare in reazione. E poi la grinta, la voglia di raggiungere a tutti i costi quell’obiettivo e la leadership di chi ce la mette sempre tutta e lo fa per lui e per la squadra.

Il contorno, poi, conta sempre meno. Conta relativamente, ma imprescindibilmente. E la sua performance ne è un lampante esempio: monumentale, ma si tratta ancora di un eufemismo. Poi: il Tottenham, Wembley, la qualificazione e un certo Harry Kane da lasciare al suo posto sono solo particolari.

Sono particolari di una serata in cui Giorgio sembrava avere un fuoco dentro che non voleva sapere affatto di spegnersi. Non gli finiva mai la forza, mai la cattiveria, mai il fiato. C’era sempre e prima e, se non c’era prima, ci arrivava e ci metteva il piede, il corpo, la faccia.

Ma non ci meravigliamo mica. Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione: lui, nelle gare che contano, c’è sempre e da protagonista. Con una deviazione decisiva o con un salvataggio che vale quanto un gol. Con una voce che si alza e che richiama l’attenzione o con uno sguardo d’intesa che ristabilisce l’ordine.

E il finale non può che essere uno: qualsiasi complimento, ancora una volta, non gli renderebbe merito.

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