Il Toro contro la Juve si mata da solo

Faccio una premessa: non ho niente contro la squadra granata. Da quando mi sono trasferito qui ho come l’impressione che la città abbia più tifosi del Torino che della Juve. A seconda di chi incontri, sembra che essere bianconero sia una colpa impossibile da perdonare, soprattutto se hai a che fare con delle sindacaliste in combutta con la Fiat. Proprio la Fiat sembra essere uno dei motivi per cui odiare o amare la Juventus: alcuni sostengono che la vecchia Torino, bella, elegante e di un certo prestigio, abbia cominciato a morire quando nascevano le prime fabbriche; altri invece sostengono che la Fiat fu un motore che diede lavoro a moltissime persone.

Non sta a me, nè a voi decidere chi a ragione. Questa situazione basta comunque, anche solo superficialmente, a capire che la rivalità tra Torino e Juventus va oltre al semplice tifare per una o per l’altra squadra: ci sono di mezzo tante sfumature di grigio (forse uno dei colori che, soprattutto d’inverno, rappresenta meglio questa città). I tifosi aspettano questa partita per dimostrare chi può essere il padrone di Torino.

Quest’anno si era giocato solo allo Stadium, sia l’andata di campionato sia il match di Coppa Italia. Entrambi match in cui la voglia di vincere era tanta, sia da una parte che dall’altra. Attese, giocatori carichi a molla, aspettative, sangue caldo, bollente. Roba da struggere i cuori più deboli. Due partite in cui la Juve va a segno, mentre il Toro resta a guardare. Se in campionato i granata pagarono l’espulsione di Baselli dopo neanche mezz’ora di gioco, in Coppa erano proprio mancati. Gli stessi giornalisti che seguono il Toro erano apparsi parecchio delusi al termine di entrambi gli incontri: non il risultato ma la mancanza di verve. La Juventus, d’altro canto, non fece altro che dimostrare la sua forza, superiore al Torino non solo sulla carta ma anche sul campo.

Oggi, senza Mihajlovic in panchina (esonerato dopo l’eliminazione in Coppa Italia), con un Mazzarri sicuramente desideroso di strappare tre punti ad una Juventus che mal digerisce, sembrava che ci potesse essere qualcosa di diverso negli occhi dei giocatori. L’Olimpico era pronto a spingere i propri ragazzi alla vittoria, come sempre d’altronde. La Juventus arriva incerottata e perde subito Higuain (di fatto non ha mai giocato contro il Torino). Sembra una partita difficile in cui manca una vera prima punta e con un ambiente infuocato contro. Poi arriva il gol di Alex Sandro, e tutto fila liscio.

Ancora una volta la Juventus non concede troppo allo spettacolo, non fà un calcio pazzesco, ma non concede niente ad un Toro abbastanza scornato. Servono a poco i cambi, la situazione rimane sempre piantata sull’1-0. Allegri penserà a recuperare Higuain, ad una settimana finalmente senza turni infrasettimanali. I bianconeri aspetteranno per l’ennesima volta il risultato del Napoli per sapere se quel -1 possa smettere di esistere. I granata invece dovranno pensare ad un’altra occasione persa: il cuore granata, pulsante di grinta e di storia, non si è visto oggi. Forse mancano i veri granata, quelli nati a Torino che questa partita la sentono più dei vari giocatori stranieri in rosa. O forse invece la Juventus è, almeno per quest’anno, più forte dell’altra metà di Torino.

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