ReLive – Assemblea FIGC, Sibilia: “Non ci sono le condizioni per procedere”

18.20

Fumata più nera che mai per la presidenza della FIGC.

Nel pomeriggio i tre scrutini previsti non erano bastati per arrivare a una risoluzione. E dovrebbe risolversi allo stesso modo, come rivelato dal candidato Cosimo Sibilia, anche il ballottaggio: “Dopo aver in tutti i modi cercato di raggiungere una accordo che potesse avere una convergenza, devo affermare che purtroppo non ci sono le condizioni per procedere. Per cui chiedo ai delegati della Lega Nazionale Dilettanti di votare scheda bianca”.

A questo punto probabile il commissariamento della FIGC.

17.10

Sarà ballottaggio tra Cosimo Sibilia (39,42%) e Gabriele Gravinia (38,36%). Questo l’esito dell’assemblea elettiva di questo pomeriggio per la candidatura alla FIGC. Fuori dai giochi Damiano Tommasi, fermatosi al 20,79% nella terza votazione.

Gli altri due candidati, comunque, non hanno raggiunto il quorum del 50%+1, pertanto sarà necessario un ulteriore ballottaggio per conoscere il prossimo presidente.

16.15

Non è bastato nemmeno il secondo scrutinio per l’elezione del presidente FIGC: in vantaggio sempre Cosimo Sibilia, che ha raggiunto il 40,41%. Distaccati Gravinia (36,29%) e Tommasi (22,23%).

Al via la terza votazione, per la quale sarà necessario il 50%+1 voto.

15.00

Si è chiusa da pochissimi istanti la prima tornata delle elezioni per la presidenza della FIGC. Questi i risultati:

Sibilia 39,37%

Gravina 37,06%

Tommasi 22,34 %

Schede bianche 1,22%

Ricordiamo che, per essere eletti al primo giro, i candidati avrebbero dovuto conquistare il 75% delle preferenze. Risultato non ancora raggiunto: si va avanti.

Questa mattina è attesa forse una svolta epocale nel mondo del calcio italiano. All’Hotel Hilton di Fiumicino avrà luogo l’assemblea elettiva per stabilire il nuovo presidente della FIGC. 3 i candidati in corsa: Tommasi, Gravina e Sibilia. Rispettivamente presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, presidente della Serie C e presidente della Serie D.

Vi ricordiamo le categorie e il peso specifico massimo in fase di votazione:

  • Dilettanti: 34%
  • Associazione calciatori: 20%
  • Lega Pro: 17%
  • Lega Serie A: 12%
  • Associazione allenatori: 10%
  • Lega Serie B: 5%
  • Associazione arbitri: 2%

I CANDIDATI AL MICROFONO

Per ultimo Sibilia: “Ritengo di non dover affrontare analiticamente il programma. Sono due settimane che ne parliamo. Voglio ricordare che io giusto un anno fa sono stato eletto presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Io in consiglio federale ci sono da un anno, a questo tavolo sono il più nuovo in assoluto. Mi ha infastidito molto essere contrapposto ai riformatori. Io ho chiesto il voto a un dirigente, come l’ho chiesto ad altri, di qualità, che ha un carattere particolare. L’ho chiesto io, come l’hanno chiesto i miei competitor alla Lega Dilettanti. Le telefonate che ho fatto le hanno fatte anche loro. Poi leggo di dichiarazioni di agenzie, secondo cui le componenti tecniche avrebbero dovuto distrarsi per una riforma. Mi sarò distratto, ma arbitri e allenatori hanno dato assieme a me il sostegno a Tavecchio. O mi sono distratto? Quando si danno patenti di riformatori bisogna stare attenti. E lei, caro Ulivieri, non può dare patenti di coerenza. Ho aderito all’invito di una lega essenziale, quella di A. Sono stato audito da una commissione, sono andato lì prima dell’assemblea di Lega D e ho detto che vorrei che ricomponesse il connubio naturale tra Lega Dilettanti e calcio di vertice. Ho avuto una promessa, che entro qualche ora avrei avuto un nome su cui, con il parere della Lega D, avremmo potuto far convergere i voti. Non è colpa mia se questa grandissima componente, la Lega di A, sta vivendo un momento difficile. Non ho ambizioni personali. Non ci venite a parlare di pesi elettorali, è qualcosa che deve essere valutato all’interno del calcio professionistico”

È il turno di Damiano Tommasi: “Quanti voti hai? Questa è la frase che si è sentita per due mesi dopo Italia-Svezia. Questa è stata la risposta istituzionale nei nostri confronti. Quanti voti hai? Dovrebbe essere un’altra la domanda. I calciatori hanno deciso di candidarmi perché la risposta a quella domanda vorremmo averla da voi. Noi il programma l’abbiamo scritto all’indomani di Italia-Svezia, partendo dalla priorità ci abbiamo aggiunto le cose realizzabili. Credo che abbiamo il dovere di far vedere che c’è voglia di cambiare, di dare una scossa. Nel nostro programma uno dei punti è la vera svolta: abbiamo inserito l’abbattimento automatico dei contratti in caso di retrocessione. È un passo indietro che i calciatori fanno perché ritengono che il paracadute va redistribuito in altro modo. I calciatori sono pronti a prendersi il rischio d’impresa. Ho sentito dire che non ci siamo presi il Mondiale per colpa dei calciatori: è vero. Ma è colpa dei calciatori anche se abbiamo quattro stelle sul badge che portate oggi. Si vince e si perde, per colpa dei calciatori. In Under 19 abbiamo perso 230 a 28: sono le presenze degli spagnoli in squadre professionistiche rispetto ai nostri. Seconde squadre? Renate-Gubbio, senza mancare di rispetto per nessuno, ha portato al Gubbio 75 euro di incasso. Le seconde squadre hanno questo obiettivo: di aumentare l’appeal della Serie C per le grandi, che sarebbero costretti a pescare in terza serie. Oggi siamo come quando si batte un calcio d’angolo, a me è capitato, e i due uomini di punta litigano per chi batte: si rischia di prendere gol. Abbiamo 20 giorni per riprendere la Serie A. Chi ha il 34% deve saperlo usare, essere responsabile, non farlo usare”

Tocca adesso ai candidati parlare. Per primo Gravina: “Mi presento con il cuore e l’entusiasmo di chi vuole mettersi a disposizione della mia seconda famiglia, quella federale. Caro Cosimo Sibilia, hai detto che faccio parte da 30 anni di questo carrozzone. Sì, lo confesso: da 30 anni sono al servizio del nostro calcio. Da imprenditore che ha investito in un miracolo sportivo (il Castel di Sangro), da dirigente di lega convinto fautore delle innovazioni del laboratorio che si chiama Serie C, da dirigente federale senza cedere a sotterfugi e spartizioni. In un Paese in cui speriamo che prevalga il merito, 30 anni di esperienza non sono un limite, ma un requisito necessario. Ho voluto puntare su due asset fondamentali: patrimonio giovanile e infrastrutturale. Per favorire quello che io chiamo laboratorio Italia. All’interno della mia piattaforma programmatica non troverete tabù, sbarramenti”. 

PRESIDENTI SUL PALCO

Si stanno susseguendo sul palco dell’assemblea elettiva i vari rappresentanti delle associazioni che si apprestano a votare il nuovo presidente FIGC.

Per la Lega Dilettanti ha preso il microfono Francesco Franchi: “Lo stesso Sibilia, nel corso dell’assemblea dilettanti di gennaio, ci disse cosa doveva fare la federazione per noi, ma cosa possiamo fare noi per la federazione. In questi giorni si è letto di tutto e di più, mi ha colpito che da taluno sia stato usato a sproposito il termine riformista. Il termine centrale è invece responsabilità”. 

Mauro Grimaldi, vicepresidente della Lega Pro ha parlato in vece del numero uno Gravina: “Voglio ringraziare Tavecchio, a volte ci si ritrova in uno tsunami che ti travolge e paghi colpe non tue, però il ruolo impone quello. Molti hanno detto che il calcio deve fare sintesi: bisogna confrontarsi al nostro interno, trovare soluzioni che consentano la sostenibilità del sistema, in particolare fra i professionisti. Noi abbiamo la cultura del dialogo, l’abbiamo sempre avuta. E ci siamo sempre confrontati con tutti. Noi tutti siamo responsabili: senza fondamenta il sistema non regge. Gabriele Gravina è un grande dirigente, di grande professionalità ed esperienza. Ha sempre messo le idee a servizio di questo movimento, continua a metterle, a rischiare sulla propria pelle, continua ad andare dritto su quelle che sono le sue idee, per il bene del sistema. Credo che non ci possa essere oggi persona migliore di Gravina”

Balata, presidente della Lega Serie B: “Abbiamo chiesto più volte di discutere del calcio, partendo dai problemi e inseguendo il rinnovamento da tutti auspicato. Ciò non è stato possibile e a nostro avviso sarebbe stato più opportuno procedere tutti insieme, analizzando in maniera profonda le ragioni che hanno portato a questa crisi. In conclusione, al futuro presidente federale, chiunque esso sia, chiediamo di aprire un tavolo permanente di confronto sulle riforme da fare”. 

Gli allenatori si schierano con Gravina. Queste le parole del presidente dell’associazione italiana allenatori Renzo Ulivieri: “Ringrazio Tavecchio il lavoro fatto in questi nove mesi: accordi presi non in stanze segrete, ma in questa assemblea. Noi non volevamo essere qui oggi, non volevamo una crisi al buio, non governata e non governabile. A noi allenatori non è parso garbato nemmeno l’intervento del CONI a casa nostra. Da subito voteremo Gabriele Gravina, perché nel nostro pensiero c’è la volontà di arrivare a governare la crisi col nostro aiuto. Potevamo votare Tommasi, ma sarebbe stato un percorso analogo a quello seguito con Albertini: la nostra categoria non se lo poteva permettere”. 

Duro attacco di Nicchi, presidente dell’AIA, contro Tommasi: “Gli arbitri italiani sono molto delusi dal fatto che tre candidati eccellenti non siano riusciti a trovare una sintesi per risolvere la situazione in un momento grave per il nostro calcio. Saremo leali, come sempre, con quello che sarà il nuovo presidente federale. Mi permetto di fare una considerazione generale: Damiano, tu hai e continui ad avere un peso importante, ma devi capire anche che non ci possiamo chiudere dentro il mondo delle componenti tecniche. Purtroppo non c’è stata da parte tua capacità di aggregare, non possiamo non ascoltare le leghe. Auspico che Ulivieri abbia capito questo momento difficile e cerchi insieme a tutti di fare una sintesi. Ringrazio Sibilia per avere messo nel suo programma dei punti importanti nei nostri confronti. Ho seguito con attenzione quando ha dichiarato che il mondo dei dilettanti merita rispetto. Io credo che lo meriti per quello che fa, non per il 34%. Mi dispiace che ti sia sfuggito il fatto di avermi fatto una telefonata. Gravina è una persona che conosco, che stimo come del resto tutti gli altri. Lo ringrazio per il modo dettagliato con cui ha messo in evidenza i nostri problemi”

SECONDA CONVOCAZIONE

Alla prima convocazione delle 9.30 non è stato raggiunto il quorum. Tutto rimandato alle 11.30. Già presenti dalle 10 circa sia Marotta sia Gandini, amministratori delegati di Juve e Roma. Nell’attesa qualche parola è stata proferita anche da alcuni protagonisti delle elezioni.

GRAVINA

“Ancora non c’è un confronto con Tommasi. La notte io dormo mentre gli altri fanno picchetti”.

TOMMASI

“Nessuna trattativa, ci sono tre candidati e vedremo il verdetto delle urne. Noi abbiamo un candidato, Tommasi è qui per fare il presidente della Federazione e non per fare l’ago. I calciatori credono in un cambiamento possibile, serve un piccolo sforzo o forse un grande sforzo, ma soprattutto un cambio culturale. Speriamo che questa sia diversa dalle scorse elezioni. Ulivieri? Non stiamo facendo calcoli, stiamo cercando di analizzare cosa serve alla Federazione. Dobbiamo capire in che momento storico siamo e dare una soluzione adeguata. Spettro commisariamento? E’ uno degli onerosi compiti che dovrà assumere il nuovo presidente”

ALBERTINI

Ai microfoni di Sky Sport è intervenuto anche Demetrio Albertini, avversario di Tavecchio alle ultime elezioni: “Nel 2014 eravamo due candidati e con Tavecchio ci eravamo visti più volte. Credo che in queste ore si stia delineando la possibilità di prevenire cosa possa accadere. Tommasi ago della bilancia? Non lo so, Damiano è un amico e ogni tanto ci sentiamo. Lui rappresenta una componente che ha voluto candidarlo. Bisognerà capire cosa decideranno dopo la valutazione della prima votazione. Tre candidati sono troppi? L’ho sempre detto, arrivare con tre candidati  è rischioso anche se ci sono programmi simili. L’auspicio sarebbe stato quello di arrivare con un candidato unico. Per quanto riguarda la mia esperienza, mi sembrava un atto dovuto mettermi a disposizione nel 2014. Credo sia stata una cosa giusta, non sono voluto scendere a compromessi e credo di aver fatto il percorso giusto. L’ex calciatore è visto come un fastidio? Non so quanto, ma forse è così e mi dispiace. A volte diamo fastidio. Forse si attribuisce sempre la specificità del sindacato all’AIC, invece i calciatori possono portare un cambiamento. Poi è politica pura, si contano i voti e nel post elezione ci sono delle cose che non ti permettono di fare riforme”

ULIVIERI

“Noi siamo in questa specie di coalizione fra giocatori, Lega Pro, parte delle società di A e B. Dovremo trovare la strada giusta, fare un percorso per gareggiare e vincere, lo stabiliremo di volta in volta”

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