Buffon: “Posto sicuro? Preferisco rimettermi in gioco”

Gianluigi Buffon compierà 40 anni il 28 gennaio ed il mondo del calcio si sta preparando per celebrarlo a dovere. Colleghi, amici e giornalisti riempiono i social e i media con attestati di stima verso il numero uno bianconero, consapevole dei valori che ha trasmesso durante i suoi anni di grande servizio. Una carriera spesa per la sua Juventus e per la nazionale, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e traguardi per non perdere la passione in questo magnifico gioco.

“Il futuro? Vorrei anche concedermi il lusso della noia…”

Criticare le parole di Gigi è impossibile. In questi giorni non si parla d’altro che del suo futuro, conteso tra Juventus e nazionale. Innegabile è il fatto che sarebbe l’uomo adatto per la dirigenza del club Italia soprattutto nel progetto di rinascita del calcio italiano, così come avrebbe un ruolo di spicco a casa Agnelli. Buffon, però, è umano. Ha una compagna, dei figli e gradirebbe godersi un pò di meritato riposo.

Il portiere della Juventus ha sottolineato che vorrebbe rimettersi in gioco, d’altronde fa parte del suo dna, ma senza trascurare la sua persona e la sua famiglia. Non ha neanche escluso l’ipotesi di continare per un altro anno, di più si saprà dopo l’incontro con il presidente bianconero.

“Se vado avanti o Juve o nulla!”

L’amore è sempre lo stesso, mai mutato tra Buffon e la Juventus. Il numero uno che ha preferito gli inferi della serie cadetta piuttosto che andare e cercar fortuna altrove. Una bandiera, di quelle che forse non esistono più. 461 presenze in Serie A con la maglia bianconera addosso sono un dato quasi irraggiungibile per chiunque verrà a Torino.

“Forse farò l’allenatore, magari non di un club”

Qualche idea Buffon l’ha lasciata trapelare attraverso le sue parole. Carriera da allenatore dunque, piuttosto che da dirigente? Per il momento nulla è sicuro, ma la presenza futura del portiere nel mondo del calcio è fondamentale e sembra praticamente certa. Chissà che tra 10 anni non ci sia proprio lui lì, su quella panchina della nazionale più volte disonorata da Ventura.

 

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