Il mondo del calcio dice addio al giornalista Franco Costa

Si è spento all’età di 77 anni Franco Costa, per oltre tre decenni giornalista Rai vicino al mondo juventino e granata. Celebri le sue interviste a fine partita ai vari calciatori, così come il rapporto con Gianni Agnelli, da cui è nato anche il libro “L’Avvocato e la Signora“.

Un giornalista d’altri tempi che anni fa venne raccontato anche da Sky Sport attraverso un’intervista di Alfredo Corallo. Qui vi riproponiamo uno stralcio.

PRIMA CHIACCHIERATA CON AGNELLI

“Nel 1969, lo ricordo come se fosse ora, un martedì, scrivevo sulla Stampa. L’allenatore della Juventus era Luis Carniglia, confermato in mattinata dalla dirigenza nonostante una serie di risultati negativi. Eppure un titolo del Corriere della sera mi insinuò il dubbio. Dico al caposervizio: se non fossi della Stampa telefonerei all’Avvocato. ‘Chiama’, mi sussurrò. Raccontavano che potevi essere licenziato per molto meno…L’incoscienza di un 29enne. ‘Centralino? Casa Agnelli, grazie. Buongiorno, Franco Costa di Stampa sera, c’è l’Avvocato per favore?’ Attimi interminabili. ‘Sono Agnelli, mi dica’. ‘Buongiorno Avvocato, Costa, allora conferma Carniglia?’ ‘No, sono stanco di fare figuracce in giro per l’Italia. Sarà sostituito da Rabitti e Boniperti’. ‘Posso scriverlo sul giornale?’ ‘Certo, buongiorno’. Articolone in prima pagina a nove colonne”.

LO SCREZIO

“Una volta si arrabbiò moltissimo per un servizio su un Juve-Roma che mandai al ‘Processo del lunedì’. Il montatore, forse un po’ distratto, combinò un pasticcio e alzò un polverone mediatico tra Agnelli e Dino Viola, il presidente dei giallorossi. Non mi parlò per un anno. Anzi, una volta che ci incrociammo proprio nei corridoi della Rai di Roma, indicandomi a Enzo Biagi, che doveva intervistarlo, sentenziò: ‘Vede, questi sono più pericolosi dei giornalisti veri’. Non solo…Quando arrivava al Comunale con la sua Croma argentata leggevo dal suo labiale cosa diceva ai nipotini John e Lapo: ‘Vedete ragazzi, quel tipo rompe sempre i c… al nonno’. Poi chiarimmo l’equivoco, per fortuna”

PLATINI

“Con Michel avevo un ottimo rapporto, si andava spesso a mangiare insieme in un ristorante sulla collina torinese dove lui era praticamente di casa. Cordiale, di compagnia, riusciva a sdrammatizzare su tutto. A fine stagione si ritirò e mi dispiacque parecchio, segnava la fine di un ciclo fantastico”

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