L’attacco di Crosetti: “Il ritorno di Agricola è ai limiti della provocazione”

Non è passata, di certo, inosservata, la notizia secondo cui il nuovo direttore sanitario dello JMedical sarà Riccardo Agricola. L’ex medico sociale della Juventus, infatti, è passato agli onori della cronaca per essere stato prima condannato e poi assolto per le accuse sul doping. Nonostante la conclusione del processo, però, a qualcuno non sta bene il suo ritorno.

RITORNO INOPPORTUNO

Maurizio Crosetti, giornalista de “La Repubblica”, si è schierato apertamente contro il nuovo direttore sanitario della struttura. Di seguito, ecco alcuni passaggi chiave del suo articolo.

“In Italia lavorano circa 240 mila medici, ma uno soltanto era responsabile dello staff sanitario della Juventus al processo per doping, uno solo venne condannato a un anno e dieci mesi in primo grado (2002) per abuso di farmaci e somministrazione di specialita medicinali diverse da quelle dichiarate, assolto in appello (2005) e prescritto (non assolto) in Cassazione nel 2007. Ebbene, Riccardo Agricola sta per diventare il direttore sanitario dello JMedical, la struttura non appartenente alla Juventus, come ribadito ieri dal club, ma dalla Juventus controllata e a lei vicinissima. Agricola, 71 anni, rappresenta dunque il più clamoroso dei ritorni in bianconero e forse non il più opportuno.”

“AI LIMITI DELLA PROVOCAZIONE

Crosetti continua così: “Se poi la giustizia ha fatto i conti con i consueti tempi biblici, e se quell’ombra di prescrizione non si 6 mai davvero dissolta, era proprio il caso di insistere riproponendo il dottor Agricola? Una scelta ai limiti della provocazione o della sfida, non si capisce bene a chi. Oppure, semplicemente, la categoria dei medici sportivi negli ultimi dieci anni non ha prodotto nulla più di questa vecchia gloria”. Questa, invece, la conclusione:“Perchè si ha un bel dire che esiste un accanimento mediatico contro quella lunga stagione bianconera, tra legittimi trionfi sportivi, processi per doping, scudetti cancellati, schede telefoniche e retrocessione in B, ma è la stessa Juventus a non incoraggiare un oblio che in parte le gioverebbe. Poi, certo, il dottor Agricola non è il dottor Mengele, ma tra 240 mila medici forse si poteva scegliere diversamente.

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