La lettera del tifoso Francesco: Juve, vinciamo insieme il complesso che ci attanaglia

Eccovi una lettera inviataci da un tifoso bianconero, Francesco Cozza, che spiega ciò che per lui significa amare la Juventus anche dopo una grande delusione come quella di Cardiff.

NIENTE È ROVINATO

Alla fine ti lecchi le ferite e cerchi di trovare un punto da cui ricominciare. Non tocca certo a noi tifosi decidere come e cosa sarà gusto fare, noi abbiamo solo il compito di continuare ad amare incondizionatamente. I soliti 90’ non possono rovinare tutto quello che di buono si è fatto soprattutto riguardando alle spalle quell’anno, il 2006, in cui moltissimi, forse più di ieri sera, avevano coronato il sogno che si nutre della miglior linfa al sapor di odio sportivo. Mi dispiace per loro, ma noi siamo ancora qua, a lottare per vincere e soprattutto a vincere!”

LE CRITICHE STANNO A ZERO

“Le analisi teoriche, tecniche o tattiche, le lascio ad altri, io non mi sento in grado. Forse coloro che vedono nella gioia per le vittorie boria e spacconaggine sono più bravi di me, anche se in realtà dovrebbero dimostrarlo. Non è giusto però tirarsi indietro dal giudizio, è troppo facile nascondersi e soprattutto è irrispettoso nei confronti di questo glorioso club. Non ho da criticare niente e nessuno, società, tecnico e calciatori sono stati, e sono, superlativi e sicuramente riempiono d’orgoglio il mio, e il cuore di tutti i tifosi. Nonostante sono crollati nervi e gambe, gli 11 in campo hanno cercato in ogni modo di vincere, che a dirlo sembra una cosa da niente se non si trattasse di ciò che la storia ci ha consegnato.”

VINCERE IL COMPLESSO

“Sabato sera il problema non era vincere il Real Madrid (giù il cappello) ma quel complesso che ormai è diventato come un segno scolpito su quella panchina dove nel 1897, in corso Duca di Genova, poggiavano i libri, finite le lezioni, alcuni giovani del Liceo Classico D’Azeglio prima di iniziare a giocare. Una partita, 90’ che diventano l’epilogo di una stagione, anzi forse nel caso della Juventus della storia intera del club. È come quando da portiere fai 10 miracoli in una partita e poi sbagli un intervento, anche se la tua squadra gioca benissimo e vince, hai giocato male e sicuramente non sei un buon portiere.

Sinceramente queste considerazioni le lascio allo sfottò che, anche se non gode sempre di intelligenza, competenza e simpatia, è giusto che in questo momento abbia il suo spazio. I numeri e l’albo d’oro non mi aiutano, infatti 7 finali perse hanno il sapore del metafisico e sicuramente non rispecchiano il reale valore della Juventus. Ma la formula della Champions dice questo e io so accettarlo ma soprattutto so trasformarlo nel nuovo punto di partenza.”

L’IMPORTANTE È RIPARTIRE

Con la nuova stagione sarò felicemente, ancora più di prima, convinto sostenitore della possibilità di cancellare per sempre quel segno scolpito su quella panchina. Per adesso, con il nodo in gola e le lacrime che scendono, non mi resta che ammettere l’amaro verdetto del campo, tra l’altro meritatissimo, e citare i tre più significativi per questa Juventus che allora, in barba al “mercenario” che spesso si dà ai calciatori, scelsero di giocare in Serie B: Buffon, Chiellini e Marchisio, loro son quelli che l’avrebbero meritata più di tutti!

Forza Juventus

 

Francesco Cozza

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