Una leggenda nata sull’asse Torino-Madrid, Madame et Monsieur Zinedine Zidane

Zinedine Zidane è probabilmente l’ex più importante della sfida di domani tra Juve e Real Madrid. Un match che varrebbe la sua terza Champions League, la quarta se vogliamo considerare anche quella conquistata da allenatore in seconda di Carlo Ancelotti nel 2013-2014.

L’APPRODO A TORINO

La Juve è stata per Zidane la prima grande occasione della carriera da giocatore nell’estate ’96, quando appena 24enne approda nel club campione d’Europa. Nel Bordeaux si era messo in mostra arrivando in Finale di Coppa Uefa dopo aver rimontato clamorosamente due gol di svantaggio al Milan di Fabio Capello. Quell’anno ci fu però anche la prima delusione con la sconfitta all’ultimo atto di fronte al Bayern Monaco, delusione bissata e triplicata nei due anni a seguire con la maglia della Juve. Sempre in una finale continentale, ma questa volta in quella della coppa dalle grandi orecchie contro Borussia Dortmund e il suo ora amato Real Madrid.

IL PALLONE D’ORO

Zizou aveva dimostrato di essere uno dei giocatori forti e tecnici del panorama mondiale, ma qualcosa era sempre mancato sul più bello per elevarlo tra i grandi. Quel qualcosa che si realizzò però pochi mesi dopo la sconfitta di Amsterdam contro le merengues. Coppa del Mondo in Francia e primo trionfo nella storia dei galletti grazie a una doppietta di un Zizou meritatamente pallone d’oro a fine stagione. Un successo replicato 2 anni più tardi agli Europei nella triste notte di Rotterdam per gli italiani, questa volta marchiata dal gol decisivo del futuro bianconero David Trezeguet.

FINALMENTE CHAMPIONS!

Con la Juve però quella Champions League sembra proprio non voler arrivare. Sfugge nel ’99 in semifinale contro il Manchester United e nel 2001 senza neanche passare la fase a gironi. L’attacco affidato a lui, Del Piero e Inzaghi non paga e si decide allora in una rivoluzione, anche per via della faraonica offerta pervenuta da Madrid. 73,5 milioni di euro per il trasferimento più oneroso della storia del calcio. Un affare che fa ricca la Juventus e le permetterà di costruire una squadra complessivamente più forte, e che permetterà a Zidane di vincere finalmente quella tanta desiderata coppa giusto 1 anno più tardi a danni dello sfortunato Bayer Leverkusen. Ovviamente decidendola con una magia che resterà tra i gol più belli mai realizzati in finale.

Coppa del Mondo ’98 e Champions 2002 possono essere segnati come gli apici della carriera di uno dei più forti giocatori degli ultimi 20 anni. Una carriera leggermente macchiata con la scriteriata reazione verso Materazzi nella sua ultima partita ufficiale.

LA SECONDA VITA NEL CALCIO

Comincia un periodo di allontanamento dai campi di gioco interrotto 3 anni più con l’intervento di Florentino Perez che lo vuole come suo consigliere. Da qui una lunga trafila di incarichi che lo porterà ad essere direttore sportivo, vice di Ancelotti, allenatore del Real Castilla e nel 2016 della prima squadra. Benitez non era riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi e dei giocatori delle merengues e nominando Zizou, il presidente dei Blancos sperava di poter dare nuova linfa ad un gruppo già vincente nelle gestioni precedenti.

A CACCIA DEL BIS

7 partite sono sufficienti a salvare la stagione e a condurre il Real all’undicesima Champions League della propria storia. Da semplice traghettatore Zidane diviene mago conquistando Supercoppa Europea, Mondiale per Club e Liga. 4 trofei in poco più di 12 mesi. 4 che potrebbe anche divenire 5, Juve permettendo a Cardiff. Lì dove Zizou e il suo Real vogliono diventare la prima squadra capace ad alzare la Champions per 2 anni consecutivi. Lì dove però incontrerà anche il suo passato e una squadra contro cui non ha ottimi ricordi sia nel 2003 da giocatore, sia nel 2014 da secondo di Ancelotti.

 

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