Buffon a La Stampa: “Nessuno ci ha regalato nulla. Nel 2006 rimanemmo per onorare una maglia e i suoi tifosi”

Gianluigi Buffon è intervenuto sulla prima pagina de La Stampa il giorno seguente lo storico sesto scudetto consecutivo. Un traguardo fatto di sacrifici e programmazione che potrà essere ancora maggiormente rimpinguato il 3 giugno a Cardiff. Questo un estratto di quanto riportato dal capitano bianconero.

CONFERMARSI

“Abbiamo vinto. Di nuovo. Per la sesta volta consecutiva. Un record condiviso con Barza, Chiello, Leo, Stephan e Claudio: i vecchi del gruppo (vecchi si fa per dire naturalmente… eccezion fatta per Andrea, lui è vecchio davvero). Con il passare dei mesi, delle partite e dei successi, in tanti hanno parlato di vittoria annunciata, di strada spianata, di campionato in discesa, di manifesta superiorità. Non sono d’accordo. In questo sesto scudetto non c’è stato nulla di scontato, prevedibile o sicuro. Nessuno ci ha regalato nulla”.

Qualche piccolo passo falso è capitato quest’anno, ma niente di irrecuperabile e irrisolvibile con il cambio di modulo attuato da Allegri che ha dato nuova linfa ad una squadra resa forse troppo prevedibile dopo alcuni anni. Rinnovarsi per confermarsi.

10 NON 8!

“Sono sei scudetti consecutivi ma anche dieci in carriera. Sì, dieci. Non mi vergogno a dirlo. Li ho vinti tutti. Sul campo. Accanto a campioni di cui, mentre scrivo, rivedo volti, fatica e sorrisi. La Federazione, Wikipedia o la Lega dicono che sono otto. Io non discuto arbitri, giudici e leggi. Ma nessuno può negarmi il diritto di sentirli tutti miei. Nessuna polemica quindi. Nessuna volontà di riaprire capitoli passati. Solo l’orgoglio per quanto ho costruito, vinto e conquistato sul campo. Mai solo. Sempre in squadra!”

INSIEME ANCHE IN B

“Un orgoglio che mi riporta all’estate 2006. Un’estate calda e frenetica. Un’estate di esodi comprensibili e non giudicabili. Ma anche un’estate di conferme e di voglia di cambiare la storia. Anzi, di scrivere la storia. Nessuno come noi. Nessuno prima di noi. Penso a Pavel, Alex, David, Camo… a me stesso. Scegliemmo insieme di rimanere per onorare una maglia, una società, un popolo di tifosi. Perdemmo tutti qualcosa per guadagnare dei beni non misurabili e non barattabili: il rispetto e l’affetto”.

Peccato che non siano stati con te anche Del Piero, Trezeguet e Camoranesi ad alzare questa ennesima coppa. Nedved era lì a pochi passi, ma in ruolo diverso e che forse nel futuro potrà anche essere il tuo. Il più tardi possibile sperano tutti.

L’ULTIMO STEP

“Senza tutti coloro che lavorano in campo e fuori dal campo (magari nell’ombra) per permettermi di dare il meglio, tutto questo non sarebbe possibile. E la cosa più incredibile è che tutto questo non è ancora finito”.

Il sogno Champions che per la terza volta ti trovi di fronte. Tanto desiderata quanto sfuggente quella coppa dalle grandi orecchie. Un altro piccolo step per rendere leggendaria una carriera e un ciclo che nessuno potrà dimenticare.

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