Tanta voglia di Juve

La Juve è a un passo da tutto. Non ha ancora vinto niente, ma è a un passo da tutto. E per chi dovesse pensare che c’è appagamento dovrebbe vedere, sentire, percepire l’aria che si respira in quel di Torino, meglio ancora allo Juventus Stadium.

OBBIETTIVO CHAMPIONS LEAGUE

Ieri sera si è giocato il ritorno della semifinale della Coppa dalle grandi orecchie, e la squadra ha affrontato la partita con la maturità delle grandi. Dopo un piccolo spavento col palo colpito dal giovane fenomeno Mbappè nei primissimi minuti c’è stata una reazione veemente, se di reazione si può parlare, che ha portato i ragazzi di Allegri a essere pericolosissimi sotto porta in almeno tre occasioni clamorose anche prima dei due gol poi segnati. Subasic ha fatto miracoli quasi interi si Dybala, Higuain e Mandzukic prima di arrendersi a Mr. No Good e al capolavoro balistico di Dani Alves. Il rischio di prendere la partita sotto gamba, considerato l’avversario e il risultato dell’andata, era molto alto, ma la voglia di andare a Cardiff si è rivelata superiore. Lo si vedeva dalla garra messa in campo dai giocatori, lo si percepiva sugli spalti all’urlo alla fine del motivetto della Champions, lo si è visto nella furia di Allegri al momento del gol dell’1-2 dei monegaschi. Non tanto per il gol in sé, a quel punto ne sarebbero serviti altri 3 alla squadra del Principato ed era oggettivamente impresa titanica, ma nell’ottica della finale una leggerezza del genere a un quarto d’ora dalla fine della partita potrebbe costare non cara, carissima. Il coro dello Stadium “Ce ne andiamo a Cardiff”, gridato al cielo di Torino dal tramonto del secondo tempo fino allo sfollamento finale, e riecheggiato anche negli spogliatoi come ci hanno testimoniato i video social dei giocatori, è sintomo di come la Juve tutta, giocatori e allenatore, tifosi, società, voglia questo traguardo in maniera potente. Ne è l’emblema l’esultanza di Mandzukic che si è lettarlmente buttato in braccio ai tifosi dopo il gol dell’1-0

LEGGENDA NELLA LEGGENDA

La consapevolezza della propria forza è da sempre fattore determinante nelle vittorie. Nel sottolineare la piccola impresa di aver raggiunto la seconda finale di Champions in tre anni, non si può tacere della sensazione decisamente diversa rispetto a due anni fa. La finale di Monaco di Baviera contro il Barcellona era parsa ai più una sorta di anomalia sportiva, una specie di gita premio per una squadra che stava tornando grande ma che grande ancora non era. Quest’anno no: a partire dai giocatori, soprattutto quelli che in Germania c’erano e hanno perso, le dichiarazioni si fanno eco una con l’altra e sono di tutt’altro tono. Non si va a Cardiff per partecipare, ma per vincere, anche per invertire la tendenza così negativa delle finali raggiunte e perse (6 su 8 per ora). Marchisio e
Buffon su tutti, ma anche Marotta e Agnelli, più lo straordinario veterano Dani Alves e il giovane sgrezzato Dybala, che due anni fa c’era ma solo in tribuna, fresco di acquisto da parte della Juve, e che proprio con Marchisio in quella serata strinse un patto di ferro per tornare in finale e vincerla insieme. Lo ha detto Marchisio nel post partita e lo reso pubblico lo stesso Dybala con un posto su Twitter oggi. Insomma, c’è voglia di Champions ma c’è anche voglia di impresa. Mancano tre partite di campionato per infilare il sesto Scudetto di fila (sesto di fila!), la finale di Coppa Italia e la finale di Champions. E’ tutto a un passo, il campionato anche qualcosa meno. Una stagione che porterà di per sé alla leggenda, ma che potrebbe diventare leggendaria nella leggenda.

Perché la voglia di Juve è tanta in tutti i tifosi, che non vorrebbero cedere niente per niente. E la voglia della Juve di entrare nella storia, ancora di più e una volta per tutte, è di quelle sane e di prospettiva. Non si parla di giocare la finale di Cardiff, si parla di vincere quella finale. Qualche addetto ai lavori dice addirittura che la Juve sarà la favorita anche se, come sembra, la rivale sarà il Real Madrid (al momento la partita dei Blancos è ancora in corso). Di sicuro in ogni caso sarà una spagnola, così come lo era il Barcellona due anni fa, e la possibilità della “rivincita” alimenterà la voglia di vittoria.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

'); }); return; }, add : function(_this){ var _that = jQuery(_this); if (_that.find('p.cpwp-excerpt-text').height()