Caldara e Spinazzola, sull’attenti: stasera è un vero esame di maturità

Gli esami non finiscono mai, sentenziava il grande Eduardo De Filippo. E qualsiasi studente universitario, dottore di ricerca, o un professore da poco entrato nei ruoli può confermarlo. L’esame che, però, traccia un solco profondo nella vita di un giovane è indubbiamente quello di maturità: e già il nome mette un po’ di sana ansia addosso al discente. Diventare maturi, ok, ma per cosa? Beh, per lasciare il mondo tutto sommato caloroso e gratificante della scuola per iniziare la propria vera vita: niente è più dovuto, ma tutto va conquistato.

E anche giovani calciatori emergenti come Caldara e Spinazzola, questa sera, troveranno di fronte a loro un presidente di commissione preparatissimo, esigente ma non severo, pronto a valutarli pronti o meno per il grande salto. Ovviamente, si tratta della Juventus.

CALDARA, L’ELEGANZA APPLICATA AI GOL

Quando, il 2 ottobre 2016, Gasperini – a rischio esonero – decise di schierarlo da titolare nella gara interna contro il Napoli, l’ad Luca Percassi lo guardò con gli occhi sgranati, come a dire: “Questo è pazzo…”. Già, perché una squadra così forte come il Napoli stava per essere affrontata da una formazione in crisi (2 vittorie e 4 sconfitte nelle prime 6 di campionato) e, per di più, piena zeppa di giovani. Oltre a Caldara, infatti, giocarono dal 1′ anche Gagliardini, Conti e Petagna. Della serie: saranno famosi.

Inutile ricordare che, da quel momento in poi, i 4 calciatori (e Kessié era squalificato…) non si sono schiodati dall’undici titolare dell’Atalanta. Nel corso dei mesi, le cose – per i giovani bergamaschi – si sono evolute sempre meglio: Gagliardini è già un titolare inamovibile nell’Inter, Kessié, Conti e Petagna hanno continuato a collezionare gol (6 per i primi due, 5 per il terzo) ed ottime prestazioni, mentre Caldara è stato ufficializzato dalla Juventus, che lo accoglierà – salvo sorprese – a partire dall’estate 2018.

Lui, numero 13 come Nesta e paragonato già a Scirea (anche se ha assicurato che gli basterebbe fare la metà di ciò che ha fatto lo storico 6 bianconero). Lui, nato il 5 maggio e costretto ad uscire ogni volta che la Juve gioca in Champions, perché suo padre è interista e a casa non possiedono l’abbonamento. Lui che, dopo la partita d’andata, ha ancora paura di Mario Mandzukic (che non gliela fece vedere mai…).

Lui che, a quasi 23 anni e alla prima stagione in Serie A, ha già segnato 7 (sì, sette!) gol. Ed è un difensore centrale: degno erede della BBC bianconera. Per certificarlo, però, serve un’ulteriore dimostrazione: l’esame di maturità è fissato in un luogo inusuale (uno stadio), in un orario inusuale (20.45), in un contesto inusuale (una partita di calcio). Ma ognuno si sceglie gli esami che vuole per diventare grande.

SPINAZZOLA: IO CORRO, TANTO TU NON MI FERMI

Questo è ciò che dicono i suoi compagni: ogni volta che Leo parte, nessuno riesce a contenerlo. Emblematica l’azione del secondo gol di Caldara a Napoli: grande uscita del difensore nella propria area, palla all’esterno che, con tutta la naturalezza di questo mondo, arriva fino all’area avversaria, servendo nuovamente il numero 13. Lui, a differenza degli altri giovani terribili, non ha mai segnato in Serie A, anche se si è tolto pure lui una bella soddisfazione: l’esordio in nazionale – il 28 marzo – nell’amichevole contro l’Olanda. Già, Spina è riuscito a correre fino ad Amsterdam: nessuno, però, vuol fermarlo nella sua maratona verso il ritorno a Torino. Pertanto, questa sarà una serata speciale anche per il numero 37: la Juve è un treno che passa una sola volta nella vita, dunque bisogna essere ancor più veloci per non perderlo.

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