Juve, il tuo Principe è tornato

Una vita passata in bianconero, 31 anni volti ad un’unica fede. Claudio Marchisio è tutto questo, è un simbolo, una delle ultime bandiere in un calcio che ruota sempre più intorno al pericoloso vortice dei soldi.

Il Principino è andato oltre, dando sempre ascolto al cuore, anche nei momenti più brutti. E ce ne sono stati. La sua strapotenza tecnico-tattica negli ultimi anni si è dovuta scontrare con la sfortuna, andata in crescendo e culminata con la rottura del crociato.

RICOMINCIARE

Il 18 Aprile 2016 è una data che rimarrà scolpita nella mente del numero 8, il ginocchio ha fatto crack, qualcosa nella testa ha fatto crack. Una serie di spinosi pensieri ti pervadono, la paura di non tornare più te stesso, il dolore provato, l’ansia di ricaderci.

Il tempo passa, parte Pogba e arriva Pjanic, un “avversario” in più. Il 26 Ottobre, per Claudio, si apre uno spiraglio di luce: torna a solcare il manto erboso dello Stadium, nella sua casa, davanti ai suoi tifosi.

Le prestazioni non sono quelle del vecchio Marchisio, riprendersi da un infortunio del genere richiede tempo e molta pazienza, il tutto condito da un lavoro psicologico. Quando il calvario sembra essere giunto al termine, una nuova batosta incombe sul classe ’86.

Allegri opta per un nuovo modulo, con la mediana a due il posto da titolare viene a mancare. Khedira-Pjanic sono i nuovi protagonisti e proprio nell’ennesimo momento non facile emerge tutta la classe, la serietà e la signorilità di Marchisio: nessuna piega, nessun lamento, si gioca quando chiamati in causa e si diventa il primo tifoso in panchina.

Marchisio

MARCHISIO IS BACK

L’ultima settimana è stata accompagnata da un’ondata di euforia generale, dopo l’esaltante passaggio ottenuto contro il Barcellona. Solo una notizia ha macchiato due prestazioni pazzesche dei bianconeri: Khedira salterà l’andata della semifinale di Champions.

E chi se non Claudio prenderà il suo posto? Nessun altro ovviamente. It’s time, nel momento più difficile sarà proprio lui a prendersi il centrocampo sulle spalle e trainare la squadra.

La Juve travolge il Genoa 4 a 0 e tra i protagonisti della gara, tra i migliori, tra quelli decisivi c’è proprio lui. Una traversa alla sua maniera, un gol propiziato (autogol di Munoz), palloni smistati a destra e sinistra e tanto, tanto lavoro sporco in mezzo al campo.

Il tempo non sembra averlo scalfito, il Principino si era preso solo un po’ di riposo.

Impostazioni privacy