Dalla Francia sicuri: “Il Bayern ha una strategia per Coman. Riscatto e poi cessione”

Kingsley Coman è passato da Torino con tante aspettative, ma non è mai entrato nel cuore e, soprattutto, nello scacchiere di Allegri. L’anno scorso l’offerta del Bayern Monaco non ha lasciato dubbi a Marotta e Paratici: dopo solo un anno di matrimonio le strade del francese e della Juve si sono separate. E, ora, il suo futuro sembra essere tornato in bilico.

STRATEGIA BAYERN

Ricordiamo che il ragazzo è stato ceduto ai bavaresi in prestito biennale con riscatto fissato a 28 milioni. Un’ottima plusvalenza, considerando che la Juve lo aveva preso a parametro zero dal Paris Saint Germain. L’anno scorso Coman, voluto fortemente da Guardiola, ha trovato molto spazio nello scacchiere tedesco, diventando fondamentale anche nella doppia sfida di Champions proprio contro la Juventus. Il riscatto, dunque, sembrava una formalità. Quest’anno, però, con l’arrivo di Ancelotti in Baviera, la situazione è un po’ cambiata. Il ragazzo sta trovando sempre meno spazio e, di conseguenza, il riscatto è stato messo in dubbio. In realtà, i rapporti tra Juventus e Bayern Monaco sono ottimi e non ci sono dubbi sulla buona conclusione dell’affare. Una volta acquistato a titolo definitivo, però, non è detto che il francese rimanga agli ordini di Ancelotti.

L’OMBRA DI PEP

E sembra proprio questa la strategia in casa Bayern: riscattare Coman per circa 21 milioni di euro per poi cederlo all’estero. Anche perché le contendenti non mancano. Coman è considerato un gran talento, e la sua situazione fa gola a molti. In pole position, però, c’è proprio la squadra del suo ex allenatore Pep Guardiola, il Manchester City. Secondo L’Equipe, l’allenatore catalano sarebbe pronto ad offrire tra i 50 e i 60 milioni di euro per il giocatore. Cifra che permetterebbe al Bayern di ottenere una plusvalenza importante e a Coman di rimanere in un grandissimo club.

La strategia è tracciata. Ora gli uomini di mercato di Juve, Bayern e City dovranno mettersi al lavoro per mettersi d’accordo.

Simone Calabrese

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