Caso biglietti, Commissione Antimafia: “Basta associare Juve e ‘Ndrangheta”. Esposito: “Non esistono prove. Pecoraro supporti le sue accuse”

ORE 16.30, PARLA ANCORA ESPOSITO – Il Senatore Esposito, membro della Commissione Antimafia, dopo le dichiarazioni di ieri, torna sugli insensati accostamenti Juventus-‘Ndrangheta. Ecco quanto rilasciato in esclusiva a TopCalcio:

“C’è stata l’ammissione di una figura importante in Antimafia. Questa persona parla di Agnelli, cita le intercettazioni, gli attribuisce delle parole. Allora vado a cercarmi l’intera intercettazione, ma non l’ho mai trovata. Non esiste alcuna prova, in alcuna intercettazione, che Agnelli abbia incontrato Dominello da solo. Se Pecoraro non dà prova dell’intercettazione ha mentito alla Commissione”. Al margine della stessa intervista, Esposito dice di essere abbastanza certo che l’intercettazione non esista.

ORE 9.00, PARLANO DUE SENATORI DELLA COMMISSIONE – Non si placa il tornado causato dal caos biglietti che sta investendo la Juventus e, in particolare, il presidente Andrea Agnelli. Ora sono intervenuti anche due parlamentari del PD della Commissione Antimafia, e le loro parole potrebbero portare a nuovi scenari.

indagine

BASTA INFANGARE LA JUVE

Sono di ieri le dichiarazioni dei due parlamentari PD, Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi. Ecco cosa hanno rilasciato alla stampa: “Oggi in Commissione Antimafia abbiamo terminato l’audizione del legale della Juventus e riteniamo che non ci sia alcun elemento che confermi quanto sostenuto dalla Procura Federale relativamente alla consapevolezza di Agnelli della presunta caratura criminale di Rocco Dominiello. Dall’intercettazione posta all’attenzione della Commissione emerge invece come Agnelli conosca la storia famigliare di Dominiello.  Quando è stato chiesto all’avvocato Chiappero di spiegare l’intercettazione alla quale si fa riferimento (quella dove Agnelli direbbe di “Questo è uno che uccide le persone”) la riposta è stata che si tratta di un’intercettazione non agli atti e quindi conosciuta. Da una verifica delle intercettazioni trasmesse emerge che non fa parte di quella trasmessa dalla Procura di Torino alla Commissione. Abbiamo quindi fatto richiesta alla presidente Bindi di verificare presso la Procura di Torino se esistono intercettazioni non trasmesse, perché l’eventuale inesistenza di questa avrebbe molto rilievo rispetto alla discussione fin qui effettuata.  Cogliamo anche l’occasione per segnalare un altro fatto che ci ha particolarmente colpito, relativo ad un’altra figura non implicata nel processo penale, tal Grancini, pregiudicato, capo ultrà molto attivo e conosciuto. La Questura di Torino aveva richiesto per lui  8 anni di Daspo, abbiamo appreso dal sito internet del Grancini stesso che, nella giornata di ieri, un giudice del tribunale di Torino ha negato il provvedimento. Evidentemente, pur nel rispetto delle valutazioni del magistrato, risulta evidente come sia necessario riflettere sulle oggettive difficoltà attraverso le quali si muovono le società calcistiche italiane, soprattutto se figure dal profilo criminale come quelle di Grancini possono continuare liberamente ad accedere agli stadi.  Spiace rilevare come si continui, da parte di molti, ad avvalorare un’idea di contiguità tra i vertici della Juventus e la ‘ndrangheta, senza minimamente tener conto che nessun tesserato e dipendente della Juventus è chiamato in causa nel processo penale e interpretando in modo strumentale, e a questo punto senza neanche le necessarie verifiche sulle dichiarazioni rese in Commissione Antimafia e su alcuni stralci di intercettazioni. L’unica cosa certa e ammessa dalla stessa società è la violazione delle regole sulla vendita dei biglietti. Finora abbiamo ritenuto di non intervenire pubblicamente su questa vicenda, ma visto che da parte di altri si continua in una campagna mirata ad associare Juventus e ‘ndrangheta, da oggi sarà nostra cura informare correttamente sui fatti e non sulle opinioni e tifoserie, che da questa vicenda dovrebbero rimanere fuori”.

Dichiarazioni forti che, come detto, potrebbero aprire a nuovi scenari. Alla prossima puntata…

Simone Calabrese

 

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