Quella cultura del sospetto e quel clima pesante che tolgono l’aria, ma mai la voglia di vincere

CULTURA DEL SOSPETTO E CLIMA ANTI-JUVE – Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, diceva qualcuno. Ed è così senza dubbio. I vincitori, i più forti, o più semplicemente coloro che ce la fanno e che arrivano più in alto di tutti non trovano quasi mai la simpatia degli altri, anzi. Si portano dietro sempre quel pizzico di fastidio mixata all’invidia e alla consapevolezza che, davanti a sbalzi di livelli qualitativi, c’è poco da fare.

LA CULTURA DEL SOSPETTO

Ecco, la Juventus impersonifica tutto quello detto fino ad ora. Se fino a qualche giorno fa la solita e stancante cultura del sospetto viaggiava a normali velocità, negli ultimi giorni pare aver toccato numeri assurdi. Tra la partita con il Napoli e quella contro il Milan, il clima anti-Juve ha toccato picchi altissimi. 

La cultura del sospetto, quella secondo la quale ogni decisione arbitrale e non, presa a favore della Juve sia discutibile e poco onesta, trova spazio ancora, purtroppo. Trova sfogo sulle bocche degli insoddisfatti cronici, di coloro che sono sempre alla ricerca di alibi. Ecco, negli ultimi tempi, si è aggiunto un clima anti-Juve fortissimo e che sta toccando picchi di consensi no sense.

Si taglia col coltello e non va bene, per i bianconeri, ma per tutto il calcio italiano. L’ultimo esempio è recentissimo. Donnarumma all’uscita dal campo: “Non è possibile, perchè sempre a loro?“. Ecco, tutto quello che più di sbagliato può esserci in un’affermazione dopo una partita del genere. L’ennesimo alibi che non tiene conto del rigore solare non concesso sul fallo di Zapata a fine primo tempo. Non tiene conto delle numerose palle gol e della traversa. Non tiene conto dei salvataggi del portiere e della traversa che ancora trema. Non tiene conto nemmeno della fortuna, che stasera sembrava non essere di casa allo Stadium.

IL CLIMA ANTI-JUVE

E pensare che le polemiche che si susseguiranno nelle prossime ore saranno, ancora una volta, inutili. Il rigore concesso al fotofinish c’è ed è stato concesso nei tempi regolamentari. Dopo l’espulsione di Sosa, infatti, il delegato aveva già comunicato 30 secondi in più di extra time. Ma tutto ciò passerà in cavalleria. Verrà dimenticata le prestazione della squadra, le numerose occasioni da gol create dai bianconeri e quel pallone che non ne voleva sapere di entrare. La gara verrà ricordata solo ed unicamente per il rigore in extremis. Poco importa che poi la vittoria è stata meritatissima, poco importa se i bianconeri hanno macinato una mole di gioco superiore. Questa cultura del sospetto e questo clima anti-Juve tolgono l’aria, ma mai la voglia di vincere ad una squadra abituata a rispondere sempre e comunque sul campo.

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