Cessioni a cifre da record: così il Porto resiste nell’élite. La regia è di Jorge Mendes

L’ultimo idolo della curva non è cresciuto in casa Porto: è arrivato a gennaio, si chiama Francisco Soares detto Tiquino, ha segnato 4 reti in tre partite e si è guadagnato il soprannome di «nuovo Hulk». Per capire se davvero il paragone ha senso, a dispetto della differenza di stazza tra i due, non basterà contare i gol bisognerà contare i milioni. Soares è arrivato per 3,5 e vedremo la differenza quando se ne andrà. Il Porto non è un approdo, è una parentesi. Ecco quanto riportato da La Stampa.

JORGE MENDES E LA FILOSOFIA PORTO

Il club vive sulla compravendita e su un sistema che si è spinto al limite sotto la gestione del procuratore più famoso del mondo, Jorge Mendes, quello che gestisce Mourinho e Ronaldo e anche quello che fa girare i soldi nelle casse del Porto. Più di 300 milioni in dieci anni, dalla Champions League vinta a sorpresa nel 2004 alla scorsa stagione, un viavai di nomi e un rincaro costante. Tutto o quasi orchestrato da Mendes in un crescendo che ora inizia a dare nell’occhio e infatti il Porto si è fatto prudente. Per la prima volta registra un passivo nel bilancio, meno 18,6 milioni dopo una striscia in attivo da vertigine.

È solo un riposizionamento, lo schema non cambia anche perché è quello con cui le squadre portoghesi riescono a restare nel mondo governato dai cinque campionati. Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia, ma Benfica e Porto hanno posti fissi in Champions e sono abituate agli alti livelli. Restano aggrappate al giro che conta grazie a due reti: lo scouting e il mercato.

NUNO ESPIRITO SANTO E IL PASSAGGIO AL PORTO

Lo sa bene il tecnico che tenterà di fermare la Juve, Nuno Espirito Santo. Lui è il primo giocatore che il super agente ha ceduto in Spagna, 20 anni fa. Era il 1997 e i due insieme hanno aperto una rotta e un impero. Nuno era un giovane portiere del Vitoria Guimares e Mendes un intermediario alle prime armi. Quando è iniziata la trattativa Nuno valeva un milione, ma nel mentre è diventato più famoso del previsto, il presidente voleva alzare il prezzo e Mendes ha orchestrato la resistenza.

Ha detto al suo assistito di smettere di giocare, di comportarsi da depresso scostante, di fingersi ubriaco. Il presidente lo ha visto così è ha ceduto. Secondo Nuno ormai la storiella è così famosa che si è arricchita di particolari: «Ne ho sentite tante versioni, alcune fantasiose ma di certo Jorge sapeva come insistere». E ne ha fatto un marchio. Tutt’oggi i due si ritrovano ogni mese a parlare di calcio, talenti, futuro. La tecnica Mendes si è raffinata e pure stiracchiata, la sua agenzia è nel mirino di Footballeaks e di ben più seri osservatori: la tattica è discutibile, il successo no.

STRATEGIA CHIARA

Ora siamo alla seconda generazione perché uno dei protetti di Mendes, Deco, uomo della Champions 2004 e soprattutto uno dei primi ceduti a peso d’oro (al Barcellona per 23 milioni) si è messo a fare il procuratore e ha portato Tiquino al Porto. Più che una rete, una galassia che comprende anche il passaggio di Alex Sandro alla Juve per 26 milioni nel 2015, l’anno dell’eccesso con il Porto che piazza Danilo al Real Madrid per 31 milioni e Jackson Martinez all’Atletico per 37. Il giro di affari che spinge il Porto.

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