Rincon: “L’emozione dello Stadium è indimenticabile. La Juve è una famiglia”

Tomas Rincon ha parlato ai microfoni di Claudio Zuliani a JTV. Il centrocampista bianconero ha analizzato il mese che è stato e quello che verrà.

LE PAROLE DI RINCON

Ecco le sue parole da Juventus.com: “Ho giocato solo sei mesi nella squadra della mia città, in Venezuela: a 20 anni ero già in Germania, mi è capitata un’opportunità importante, all’Amburgo, e giocare li mi è servito molto, ho imparato la mentalità tedesca ed europea e ho conosciuto il calcio del vostro continente; poi ho scoperto il calcio italiano al Genoa, società cui sono grato. Il mio percorso è stato lungo e non privo di sacrifici, per questo motivo essere qui adesso è motivo di soddisfazione ancora più grande. El General”?«Non so esattamente chi lo abbia inventato, ma credo sia nato in Germania. C’erano alcuni giornalisti tedeschi che mi dicevano sempre che in campo io ero molto determinato nel dare indicazioni anche con i gesti… Comunque è un soprannome che non mi dispiace. Come ho detto ho fatto molti sacrifici nella mia crescita: io sono una persona di montagna e credo che si debba vivere come si gioca, e viceversa: se si ha la mentalità di crescere e migliorarsi sempre, questa si vede anche nello stile di gioco”.

Mi piace recuperare palla, trasformare l’azione da difensiva a offensiva, giocare con intensità e quando si arriva in zone nevralgiche del campo guardare sempre dove sono gli attaccanti, per dar loro magari un assist come mi è accaduto con Higuain. Stiamo bene e siamo pronti per la Champions, uno dei nostri tre obiettivi. Questo modulo di gioco, grazie alla disponibilità degli attaccanti, regala a centrocampisti e difensori maggiore equilibrio. Abbiamo disputato un grande mese di gennaio, siamo in un momento importante e vogliamo continuare così. Indimenticabile la prima volta nel nostro stadio: un ambiente incredibile, non è casuale che la Juve vinca tanto in casa, l’energia è fantastica. La Juve è una famiglia: tutti ti trattano bene, ti lasciano lavorare in pace per vincere, ti fanno sentire parte, appunto, della grande famiglia bianconera. Quando sono arrivato mi hanno chiamato in tanti, dal Presidente al Mister, al Vicepresidente Nedved. E tutti mi hanno detto parole importanti e significative».

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