Juve, ora sai come si fa

Siamo a pochi minuti dal fischio di inizio di Real Marid – Napoli, una sfida che avrebbe potuto vedere protagonista anche la Juve considerando che il Real è arrivato secondo nel suo girone, ma soprattutto a meno di 24 ore dalla partita che ha aperto la fase a eliminazione diretta della campagna Champions stagione 2016-17. Quel Paris Saint Germain – Barcellona che si è giocata ieri sera e che ha visto i parigini autori di una prestazione maiuscola che ha fatto stropicciare gli occhi a tutta Europa.

IL RITORNO DELLA CHAMPIONS

Vero, c’è stata anche Benfica-Borussia Dortmund, ma a parte la piccola sorpresa della vittoria un pochino inaspettata dei Dragoes, il vero rombo è arrivato dal Parco dei Principi. Il PSG studia da anni per diventare grande, ma nonostante gli investimenti milionari non è mai andato i quarti di finale, e anzi spesso di è fermato proprio agli ottavi. Il sorteggio di Nyon sembrava aver condannato anche quest’anno la squadra di Emery, e invece… e invece ieri sera è andata in scena la partita che non ti aspetti, con i parigini assolutamente padroni di gioco e campo; blaugrana spaesati, mai in partita, e soprattutto, udite udite, mai pericolosi. Non si sono viste occasioni vere nel corso di tutta la partita, ad eccezione del palo colpito in chiusura ma a risultato già ampiamente compromesso, col trio delle meraviglie della MSN completamente inoffensivo. Soprattutto Messi è sembrato in “serata no”, e con lui quasi tutti i suoi compagni. Il PSG non ha sbagliato niente, con giocatori sugli scudi come Rabiot, che ha recuperato una quantità di palloni incalcolabile, Verratti abile maestro in regia (e speriamo che questa estate sia quella buona per vederlo in bianconero…), Draxler appena arrivato e subito inserito a meraviglia, Cavani che è sempre Cavani e senza l’ombra pesante di Ibrahimovic è tornato a segnare come se non ci fosse un domani e un Di Maria che non smetterà mai di essere un nostro personale rimpianto di mercato che ha fatto ammattire tutta la difesa spagnola.

STUDIARE BENE, RIPETERE MEGLIO

Alzi la mano chi di voi non ha pensato ieri sera “ah, se avessimo trovato noi questo Barcellona in finale!” Di sicuro la squadra di Luis Enrique è sembrata la lontana parente brutta di quella meravigliosa schiacciasassi che incontrò la Juve ormai due anni fa a Berlino. E contro la quale disputammo una grande prestazione, pur rimanendo alla fine con un pugno di mosche in mano. C’è da chiedersi se il risultato di ieri sera stia nella grande prova dei francesi o nella serataccia dei catalani, e come spesso succede la verità sta nel mezzo. Parigini sopra le righe, spagnoli ieri sera davvero distratti e troppo brutti per essere veri. C’è ancora il ritorno al Camp Nou e il Barcellona ha abituato alle remuntade impossibili, ma un 4-0 somiglia molto a una sentenza sul passaggio del turno. La Juve deve imparare tanto da questa partita. Al di là dell’essere in serata o meno, è stato l’atteggiamento dei giocatori francesi a impressionare per determinazione, concentrazione e sicurezza. La disparità di valori non si è minimamente percepita e anzi sembrava ribaltata. Alla Juve aspetta un turno che a detta di molti è fin troppo agevole, con tutti i rischi del caso. Prendere sotto gamba il Porto è un rischio che Allegri non può, non deve e non vuole correre, ma le prestazioni degli ultimi giorni contro squadre non di livello altissimo come Crotone e Cagliari fanno abbastanza ben sperare. Venerdì ci sarà la controprova col Palermo, poi testa, cuore e tutto quel che si può alla gara di settimana prossima che sarà a prima di due sfide cruciali, come lo sono tutti gli scontri diretti. Ma se dal campionato arrivano le indicazioni giuste contro le “piccole”, dal PSG deve arrivare il suggerimento per affrontare le grandi. Il calcio non è scienza esatta e non sempre vincono i favoriti. A volte, addirittura, ci parte sotto nei pronostici può sfoderare partite simil perfette e stupire tutti.

Premesso che la Juve di quest’anno parte davanti a buona parte delle avversarie, almeno come sempre sulla carta, la partita di ieri sia di esempio per affrontare quelle 3-4 squadre che ci sono pari o ancora superiori. Si contano sulle dita di una mano, ma la Coppa è una sola.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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