Borriello: “Ho imparato tanto alla Juve. Conte fondamentale, ecco cosa ha fatto per me”

Marco Borriello è uno degli ex bianconeri che domani, con la maglia del Cagliari, sfideranno proprio la Juventus. L’attaccante, campione d’Italia con Conte nel 2012, ha parlato alla Gazzetta dello Sport e si è soffermato in particolare sulla sfida di domani e sul suo passato bianconero.

IN BIANCONEROAlla Juve sono stato poco e ho imparato tanto. Sei mesi mi hanno regalato uno scudetto che sento mio al di là del “famoso” gol di Cesena, mi hanno permesso di conoscere lo spessore umano di Conte e fatto capire “da dentro” perché dominano da anni: rivinceranno lo scudetto, possono perderlo solo loro. E’ un club che sa riconoscere il talento, non sbaglia quando compra giocatori, costruisce con razionalità: squadre che hanno gambe e cervelli così, e ce ne siamo accorti all’andata.

ALLO STADIUMAll’andata arrivavamo da un 3-0 all’Atalanta, sull’entusiasmo siamo andati a giocarcela alla pari e con loro non si può. Quattro pappine e a casa, domani quel ricordo ci servirà. 

GOL DELL’EX – Per forza mi riescono meglio: sono ex di quasi tutte! Il gol che mi ha dato più gusto? Al Milan con la Roma: ce l’avevo ancora con Galliani. Ma anche segnare alla Juve non fu male: con il Genoa e poi con il Carpi, il giorno che Allegri si strappò la giacca di dosso…

ALLENATORI – Ancelotti mi ha fatto debuttare in A, con Leonardo mi sono divertito, Gasperini è stato un grande insegnante di calcio, Rastelli mi sta regalando una seconda giovinezza e mi ricorda Allegri, ma umanamente è Conte quello che mi ha dato di più. Perché alla Juve ero un uomo in difficoltà e mi ha aiutato.

DIFFICOLTA’All’inizio alla Juve avevo i tifosi contro: fischi, striscioni, ‘Mercenario senza onore e dignità’, malumore dallo stadio fin dentro lo spogliatoio. Allora Conte fece una gran cosa: organizzò un incontro pacificatore. Lui, io e due capi tifosi, per spiegargli che non avevo mai rifiutato la Juve. A lui credettero, e fu tregua all’improvviso.

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