Rincón, un nuovo guerriero per la Signora

La Juve vince a Crotone e porta a casa i 3 punti utili ad allungare di sette punti sulla Roma. Seppur la prestazione dei bianconeri non sia stata particolarmente entusiasmante dal punto di vista del gioco – a causa anche della compattezza e dell’organizzazione della squadra schierata da Nicola – un evidente segnale positivo da raccogliere riguarda sicuramente Tomás Rincón, schierato quest’oggi al fianco di Sami Khedira nel solito 4-2-3-1 di mister Allegri.

Arrivato alla Juve nei primissimi giorni di calciomercato invernale, il giocatore venezuelano ha giocato la sua seconda partita da titolare nell’undici iniziale di Massimiliano Allegri, dopo la sfida di Coppa Italia contro l’Atalanta.

Nella sua carriera, El General ha sempre giocato da centrale in un centrocampo a due – ad eccezione del suo periodo al Genoa sotto Juric – e questo pomeriggio ha mostrato tutte le sue doti tecniche e tattiche nell’interpretazione del ruolo.

MA CHE GUERRIERO CHE È RINCÓN!

RincónMa non solo, Rincón ha mostrato anche le sue qualità da guerriero – o meglio da soldato – che con la tecnica e la tattica hanno a che fare ben poco e che, in un certo senso, ci possono rimandare vagamente alle prestazioni dell’ex idolo bianconero, Arturo Vidal: tanta corsa, intensità, fisicità, densità, aggressività e tenacia per un pressing intelligente; una buona gestione della palla nella manovra che fa da collante tra difesa e attacco; la voglia di sacrificarsi, la costante lotta su ogni contrasto, su ogni palla, fino alla riconquista della stessa. Il prototipo del colui “che non molla mai”. Proprio come appariva agli occhi dei tifosi bianconeri il calciatore cileno del Bayern Monaco.

Rincón garantisce quella giusta cattiveria agonistica, quell’essenziale spirito carismatico, quella necessaria e vitale voglia di essere presente e dire la propria ad ogni battaglia, qualsiasi essa sia. Non è solo un semplice giocatore: è un uomo che incarna dei valori ben precisi e consolidati, probabilmente a causa anche del contesto storico, sociale e culturale in cui è nato e cresciuto – ossia in Venezuela – fatto di soprusi dittatoriali e ingiustizie e in cui, per “sopravvivere”, non poteva che coltivare un animo coraggioso e da insaziabile combattente. Ed è chiaro che uomini-giocatori con un cultura dominata da valori così positivi non possono che aiutare una squadra, quale la Juventus, a raggiungere con soddisfazione i propri obiettivi.

Nella gara vinta contro il Crotone, il numero 28 bianconero ha reso manifesto tutto ciò, ha dimostrato che non è solo una riserva, bensì un’ottima riserva – anche perché già sarebbe difficile sceglierne due tra Marchisio, Pjanic e Khedira – ma allo stesso tempo ha fatto capire di essere assolutamente un giocatore da grande squadra, un uomo da Juve insomma.

Sicuramente non è un centrocampista completo come Vidal, unico al mondo per le sue qualità sia di interdizione, sia di inserimento, sia di concretizzazione e sia di sacrificio e irrefrenabile voglia di superare ogni battaglia, contro chiunque essa sia.

Ma una cosa è certa: il nuovo soldato bianconero di sicuro non avrebbe timore di affrontare né Vidal, né nessun altro. Proprio come Vidal. Proprio come i veri guerrieri.

 

 

 

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