Il nuovo Pogba è Mario Mandzukic

La Juventus ha ancora il suo Pogba. È croato e si chiama Mario. Prima che a qualcuno venga un infarto o salga in cattedra per “spiegarci” con sufficienza che Mandzukic non è un centrocampista e non ha le doti tecnche del francese, è meglio specificare che la questione è di tipo tattico e si riferisce all’utilità del giocatore alla squadra.

Il nuovo modulo che Allegri ha adottato nelle ultime partite ha cambiato le carte in tavola. Questo schema tattico è stato proposto la prima volta nel match contro la Lazio e molti, alla vista della formazione iniziale, hanno inveito contro il mister toscano, non tanto per questa spiccata trazione anteriore – che oltretutto molti chiedevano – ma per la posizione di Mandzukic. L’attaccante croato relegato a fare il terzo a sinistra dietro a Gonzalo Higuain.

Mario si è ritrovato nell’insolita posizione di centrocampista di sinistra con licenza di uccidere. Come al solito, il campo ha zittito i chiacchieroni: Mandzukic in questa posizione sembra vivere una seconda giovinezza. Il giocatore bianconero ha anche vinto il premio come MVP del mese di gennaio.

Strapotere fisico al servizio della squadra

Quindi, che c’entra Mario con Paul? Pensateci bene, dove giostrava maggiormente il centrocampista francese e quali caratteristiche esaltava la sua posizione? Il protagonista della tragicomica trattativa andata in scena questa estate dava fisicità e vigore alla manovra juventina, mettendo in mostra poi le sue lunghe leve, sia in fase difensiva con i recuperi che gli sono valsi il soprannome di Polpo Paul sia in fase offensiva grazie agli strappi che permettevano di capovolgere subito l’azione.

Sotto quest’ultimo aspetto, i due giocatori sono molto diversi. Mandzukic non ha la velocità e la progressione di Pogba, ma non lo fa rimpiangere sul piano agonistico. La garra del croato è addirittura superiore e traspare in questa sua nuova incarnazione da centrocampista di supporto aggiunto. Il 4-2-3-1 risulta essere più equilibrato di quanto ci si potesse attendere proprio perché l’ex di Bayern e Atlético Madrid ha accolto pienamente i nuovi dettami tattici da seguire.

Non più attaccante d’area di rigore, ma centrocampista che mette il proprio strapotere fisico al servizio della squadra. Mario rincorre gli avversari e, ancor più del francese, li “picchia” per il bene del gruppo. Vederlo sulla fascia, all’altezza della bandierina nella propria metà campo, non è più una sorpresa.

La tecnica non manca

Al croato la tecnica non manca, però. Anzi, sembra addirittura che nel nuovo modulo essa venga fuori prepotentemente. L’incidenza nel gioco della squadra ha avuto un’impennata proprio da quando è stato spostato a sinistra, infatti, il croato riesce ad entrare maggiormente nelle azioni offensive e a dialogare con i compagni. Per dialogare con giocatori del calibro di Pjanic, Dybala e Higuain è necessario avere piedi buoni e il croato non sembra essere intimidito dal confronto con i giocatori appena citati.

Di testa le sue sponde sono ormai un incubo ricorrente degli avversari. Se Pogba era in grado di mandare in porta i compagni con potenti e precisi fendenti a tagliare l’area di rigore, Mandzukic riesce nello stesso intento utilizzando la parte alta del suo corpo. Sulle palle alte, Dybala già sa di doversi buttare a capofitto verso il limite dell’area per ricevere il pallone ben indirizzato dal capoccione del croato per poi tirare al volo con il suo sinistro. Giocata bella ed efficace. I portieri avversari la sognano durante la notte.

Anche con i piedi non si scherza e lo sa bene Alex Sandro. Il brasiliano, con il Sassuolo, viene lanciato sulla sinistra da un colpo di tacco che, se fosse stato compiuto dall’attuale giocatore del Manchester United, sarebbe già diventato la gif più diffusa sul web.

Le similitudini continuano

Ancora convinti che tra i due giocatori non ci siano similitudini? Mandzukic sta sostituendo Pogba e lo sta facendo bene. L’intuizione è di Allegri che ha capito l’importanza del giocatore balcanico fuori dall’area di rigore per ridare credibilità a un centrocampo che, è vero, sembrava in affanno, e per sguinzagliare il tandem argentino offensivo.

Permetteteci, dunque, un’ultima battuta. Le similitudini continuano riprendendo proprio il discorso dell’incidenza in fase offensiva. Mandzukic sembra aver assorbito talmente tanto il suo nuovo ruolo e il suo status di sostituto per caso di Pogba da non riuscire più a centrare la porta. Finché manda in porta gli altri, però, può essere perdonato. Anche perché litigare con lui non è consigliabile. Mario ha sempre ragione.

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