Mandzukic, il dodicesimo sempre più insostituibile

Con l’arrivo di Higuain possiamo anche fare a meno di Mandzukic. Sarà probabilmente stato questo il pensiero di molti tifosi bianconeri il 26 luglio 2016, giorno in cui veniva ufficializzato l’acquisto del “Pipita”. Niente di più sbagliato. Lo dicono i numeri. Venticinque presenze e sei gol tra campionato, Coppa Italia, Supercoppa italiana e Champions League.

INIZIO DIFFICILE

Dopo un avvio di stagione complicato in cui è stato impiegato da titolare in attesa della miglior condizione fisica di Higuain ed in cui erano in molti ad invocare un suo celere ritorno in panchina, è ritornato il vero e preziosissimo Mario Mandzukic.

A settembre non mancava chi addirittura già prospettava, e si augurava, una sua cessione a gennaio. Lento, macchinoso, poco “cattivo” e soprattutto poco lucido sotto porta, Mandzukic probabilmente accusava un leggero ritardo di preparazione, comprensibile in ragione del suo fisico imponente, e all’apparenza sembrava soffrire psicologicamente per l’arrivo di Higuain che lo degradava al ruolo di riserva, seppur di lusso.

MARIO MANDZUKIC, SACRIFICIO E DUTTILITÀ: SEMPRE!

Mario, però, ha sorpreso e smentito tutti. Con Dybala fermo ai box, è stato proprio il centravanti croato ad affiancare Higuain nel tandem d’attacco. Non poteva ovviamente mancare un forte vento di scetticismo per questa inedita coppia d’attacco ma è stato gradualmente spazzato via da una serie di prestazioni convincenti, merito anche e soprattutto della capacità di adattamento di Mandzukic.

Il croato ha sfoderato prestazioni da attaccante moderno, duttile, intelligente tatticamente, ma soprattutto è divenuto un indiscutibile esempio di grinta e abnegazione.

Allegri non ha mai nascosto, a parole e nei fatti, la stima e la fiducia nei suoi confronti e Mandzukic lo ha ripagato con prestazioni di livello, soprattutto sotto il profilo dell’intensità e dello spirito di sacrificio.

La sua presenza in campo garantisce alla squadra equilibrio e anche centimetri, dettaglio certamente non trascurabile nelle situazioni di palla inattiva.

NON SOLO GRINTA E SACRIFICIO

Quando si descrive Mario Mandzukic le espressioni più ricorrenti sono ridotte sempre a cuore, grinta e corsa. Mario ha dimostrato però di essere questo e altro. Le sue ultime prestazioni stanno evidenziando anche delle indiscutibili doti tecniche che, nonostante nasca come giocatore d’area, gli permettono di poter svariare per tutta la trequarti offensiva e rendersi incredibilmente utile nel gioco aereo e nelle sponde per far ripartire la manovra bianconera.

In campo ragiona e agisce da leader e anche nel lunch match di domenica contro la Lazio, in cui è stato impiegato come attaccante esterno alto a sinistra, ha sfornato una prestazione da incorniciare.

Devastante fisicamente ed instancabile nel pressing, fa il lavoro “sporco” che tanto piace agli allenatori con immancabile spirito di sacrificio ma non per questo rinuncia a partecipare alla manovra offensiva rendendosi prezioso con i suoi inserimenti.

Non si esibirà in giocate da copertina, ma vederlo ripiegare quasi al limite dell’area di rigore è una gioia per gli occhi di allenatore e tifosi. Gli esteti del calcio se ne facciano una ragione perché un suo recupero in scivolata a metà campo vale, eccome, il prezzo del biglietto. E allora perché rinunciarci?

 

INSOSTITUIBILE

Escluderlo dall’undici titolare è diventato sempre più difficile per Allegri, quindi chissà che il “nuovo” modulo 4-2-3-1 non sia stata anche una scelta dettata dalla volontà di non rinunciare al croato e permettergli di convivere in un attacco “pesante” con Dybala ed Higuain.

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