La Juve ci è o ci fa?

Ci sono studenti che nonostante l’impegno non riescono a memorizzare tutto o ad apprendere con la stessa velocità degli altri. Ci sono poi quelli che hanno la testa di marmo, che proprio la voglia di imparare non ce l’hanno. Che dire poi di quelli che non ci sono, ma ci fanno. Ci fanno talmente bene che sembrano proprio casi disperati su cui è meglio mettere una bella pietra sopra.

La Juventus a quale categoria appartiene? La Juventus ci è o ci fa? La domanda sorge spontanea dopo la prestazione offerta all’Artemio Franchi. Un 2-1 che lascerebbe pensare a una partita combattuta e viva dal primo al novantesimo. Macché, sul piano tecnico la Juventus è stata surclassata, i giocatori viola sembravano tutti Messi e Ronaldo. Per non parlare delle seconde palle: tutte della squadra di Paulo Sousa. Il pressing? Inutile dirlo. La Fiorentina ha corso per novanta minuti mordendo le caviglie dei difensori della Juve, i quali, ogni volta, la passavano a Buffon con una lentezza e una presunzione uniche.

Questa impartita dalla Fiorentina è la quarta lezione (in campionato) che la Juventus proprio non riesce a capire. Si dice “fa lo scemo per non andare in guerra”. Ma la Juve perché non ci vuole andare? Se è vero che per i Viola, come dice Bonucci,  questa era la partita della vita, perché i bianconeri la approcciano come una partita del Trofeo Moretti? Non tutte le partite danno tre punti? A quanto pare, per alcuni avversari vincere con la Juve vale 9 punti, mentre per la compagine di Allegri certe partite non valgono neanche la pena di essere giocate. Allora, questa squadra ci è o ci fa?

Eppure la lezione non sembra difficile

Dopo quattro lezioni, cinque con la Supercoppa, anche il più gnucco dovrebbe capirci qualcosa. Invece no. La Juve proprio non ci riesce. Non ci riescono i giocatori che entrano in campo molli con l’Inter e ci ricascano con il Milan. I calciatori rilasciano dichiarazioni che mostrano un moto d’orgoglio encomiabile. Eppure con il Genoa l’orgoglio viene lasciato negli spogliatoi. Dopo una batosta del genere l’avranno capita. E no, anche la Fiorentina gli spiega due cosette. Iniziano a diventare tante e andando avanti così, si rischia che quelli che una volta erano ripetenti ti superino e diventino i primi della classe.

La lezione non l’ha capita neanche Allegri che una formazione tipo proprio non ce l’ha, un modo armonico di far giocare la squadra non ce l’ha, il coraggio di osare sullo 0-0 e non sul 2-0 pure non ce l’ha. Le lezioni stanno diventando troppe e forse sarebbe il caso di studiare un po’ di più senza farsi influenzare dalle pagelle ricevute gli anni scorsi. Basta poco, da primi della classe, per diventare ciucci. La lezione non sembra difficile. Avere Higuain, Dybala, Sandro, Pjanic in rosa non porta a voti alti in automatico. Se si entra in campo con poca cattiveria, chiunque può far diventare scolaretto quello che una volta era il cocco del maestro.

A quel punto sarà inutile lamentarsi dei brutti voti accampando scuse. Chi è primo della classe lo dimostra sempre, senza arroganza e con umiltà.

I commenti sono chiusi.

Impostazioni privacy