I traditori di Roma: da Capello a Pjanic

Roma è una piazza calda. Una piazza calda che non prende bene quando i suoi giocatori se ne vanno alle rivali. Figuriamoci poi se, in una piazza calda come Roma, può essere accettabile che i gioielli della squadra vadano alla Juventus, inaccettabile. Questa è la storia di tutti quei “traditori” che hanno valicato il Rubicone nel senso opposto, andandosene da raggiungere Torino.

Da Capello a Capello

Don Fabio fu il primo, in tempi non sospetti, a dare

Capello nella sua prima annata alla Juventus, 1970
Capello nella sua prima annata alla Juventus, 1970

il via al trend dei “gioielli” passati dalla capitale a Torino. Arrivò alla corte di madama nel 1970, a 23 anni, in una operazione che comprendeva anche il passaggio di Roberto Vieri (padre di Christian). Il fatto ebbe del clamoroso ed i tifosi della Roma si sentirono traditi. Per la prima volta. Andando avanti fino al 2004, la Juventus perde Lippi dopo una stagione tribolata e sta cercando una nuova guida tecnica. Capello durante l’anno afferma che non avrebbe mai potuto andare ad allenare la Juve, ma a luglio accade l’impensabile: Capello firma per la Juve e si riconferma un traditore, almeno di Roma.
La piazza si ribella, non si da pace, don Fabio in seguito tenerà di spiegarsi dicendo che dopo 5 anni la sua avventura a Roma era finita, ma nessuno lo perdonerà mai del tutto.
Altra colpa imputata a Capello è stata quella di portare con se a Torino due pedine importanti come Emerson e Zebina, che sono andati ad arricchire una rosa già ultra competitiva come quella della Juventus 2004/2005.

Non c’è pace per chi valica il Rubicone

Come dicevamo sopra, Roma è una piazza calda. Ciò fa in modo che anche gli affari con giocatori un po’ meno “iconici” siano diventati affari di stato. Negli anni novanta ci furono i discussi passaggi in bianconero di Peruzzi e Fonseca, due che stavano facendo risorgere la Roma a suon di parate e gol, e la piazza non la prese bene, alla fine andavano alla Juve. Arrivando ai giorni nostri i traditori sono diventati Benatia, che a dirla tutta aveva già acquisito lo status di “mercenario” dopo il passaggio al Bayern e soprattutto Pjanic. 

Pjanic era uno dei giocatori più giovani e promettenti della rosa romanista. Idolatrato dalla folla e rispettato dal tecnico, il suo trasferimento a Torino è stato un duro colpo. Mire non ha lasciato molti amici a Roma, con Nainggolan e De Rossi che non hanno speso proprio gentilezze parlando di lui in conferenza stampa, ma così è il calcio. Alla fine Roma è una piazza calda, caldissima e possiamo scommettere che non sarà l’ultimo dei traditori.

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