Uscirne. Non proprio illesi, ma vivi. Ustionati dove serviva scottarsi, quindi rafforzati dopo un’infinita serie di problemi, situazioni, punti di domanda e di vista. Uscirne. Respirare l’aria buona, pungente, avvolgente, senza insensati tipi d’ansia. Quella di chi si è appena sgravato di un mattone pesante dalle spalle, fatto di preoccupazioni e di risposte attardatesi o fattesi attendere. Andava riposto nell’ennesima bacheca dell’ennesima impresa, quel mattone: nessun monito per il futuro, solo tanto orgoglio.
(S)CACCIA ALLA CRISI. L’imperativo non è mai cambiato, neanche quando il tono si faceva più serio, le critiche più assurde. Che più assurde sono le critiche, più infamanti si trasformano le attese. Del resto, è il gioco: malsano quanto si vuole, poi però anche per questo d’uno spettacolo unico. È una vita che la Juve trova traffico al varco. L’aspettano tutti, e tutti lì. Ogni volta deve farsi trovare pronta, deve tener duro, inciampare ma non cadere. Farsi male però non arrendersi. In questo, Max Allegri è stato sempre puro spirito bianconero: cadeva, il suo roster, pezzo dopo pezzo. Ha continuato a guardare avanti, lasciando strascichi solo di ottimismo. Pazientando, che non a caso è virtù universalmente riconosciuta. Lavorando, che non guasta mai.
NUOVO CORSO. Il tempo non è solo gentiluomo, è un meraviglioso amico che si fa vedere quando ne hai realmente bisogno. Allegri ha atteso che tornasse a scorrere il suo, di tempo. L’ha fatto nel modo più semplice possibile: rattoppando. Nessuna rivoluzione, nemmeno un’evoluzione: ha tamponato l’emorragia, ha tranquillamente ricucito, e poi ha fatto sì che la squadra facesse il proprio decorso. Ora sta bene, è in salute, gode i frutti dell’intervento. Ecco cos’è stato, Allegri: un chirurgo. L’Allegri chirurgo. E se vi sarà scappato un sorriso, vorrà dire che la sua cura sta funzionando. 
ORA SENZA PRETESE. È pur questo un risultato. È pur questo un motivo per guardare avanti con fiducia, speranza, un po’ di sano stupore. Il mercato porterà riparazioni e aria fresca. Non cambierà in toto i piani, la stagione, la missione. Sarà un incentivo, una piccola spinta: sull’altalena di quest’annata così particolare, forse serviva più di ogni cosa mantenere la rotta. Il tempo per volare c’è, né mancherà a breve. Ora è tempo di godersi il viaggio, la turbolenza è passata. Forse non è mai arrivata, forse è stata sopravvalutata. Forse c’è stato qualcuno molto bravo a reggere gli urti: un po’ come nella vita, l’importante è come sai incassare i colpi.
Ecco: è arrivato il momento di stenderlo, quell’avversario. E di rilassarsi, e di divertirsi. E di tener botta: almeno fino al prossimo intervento.
Cristiano Corbo
This post was last modified on 14 Dicembre 2016 - 13:42 13:42