La storia insegna: partenza diesel propedeutica per uno sprint “finale”

A preoccupare e a far discutere in casa Juve dopo l’ennesimo pareggio interno in Champions, più che il risultato è l’evidente carenza di gioco e il calo fisico che puntualmente si presente nella seconda parte di gara. Calo fisico accusato con il Lione ma che risulta essere un pò una costante per gli uomini di Massimiliano Allegri in questo inizio di stagione.

MOTIVI. Una delle cause è da ricercare sicuramente in una strategia dello staff tecnico, fatta di concerto con quello atletico, sulla preparazione fisica. La preparazione è stata fatta in modo da raggiungere il top della forma nel mese di marzo, quando si presume che la squadra sia ancora in lotta su tutti i fronti e quindi necessita di maggior carburante. Insomma, una partenza diesel propedeutica per un sprint finale in campionato ma soprattutto in Champions. Non si può dire cosa diversa delle squadre di Massimiliano Allegri, dal Cagliari di Cellino, sconfitto addirittura nelle prime 5 giornate e poi salvo in anticipo, alla Juventus dello scorso anno, quindicesima ad ottobre e poi risorta fino alla vittoria finale del campionato. Senza considerare la cavalcata in Champions del primo anno di Allegri alla Juve, dove proprio in finale, forse, a detta dello stesso tecnico toscano, mancò un pò di benzina in più.

LA STORIA INSEGNA. Il monito è quella solito, alla calma. Questa Juventus in condizioni fisiche non perfette, con un gioco che stenta a brillare, è in corsa in Champions e prima in campionato. La storia insegna, senza dubbio, soprattutto nella massima competizione continentale: il Real madrid nel 2016, il Barcellona l’anno prima… chi stenta all’inizio la spunta alla fine.

Aristide Rendina

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