Allegri e la calma, alle volte è pure troppa

Il ritorno di fiamma bianconero dopo la sconfitta di San Siro contro un buon Milan è abbastanza netto: 4 gol rifilati alla Sampdoria, di cui 2 nei primi 8 minuti di gioco. Ogni volta che la Juventus ha perso una partita, in quella successiva c’è sempre stata una reazione netta, sia a livello di gioco che soprattutto di risultato, che alla fine è quello che conta.

CAMBI DI RITMO

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Altri 3 punti dunque, anche se qualche rischio comunque s’è corso nonostante il poker rifilato. Perché dopo il 2 a 0 la squadra di Allegri abbassa abbastanza nettamente i ritmi quasi forsennati dei primi 15-20 minuti, accartocciandosi su sé stessa e quasi spegnendosi col passare dei minuti. Un cambio di ritmo chiaro, che non può passare inosservato e che fino al gol del momentaneo 2 a 1 di Schick dopo un errore di Chiellini, ha quasi del soporifero. Allegri predica calma ormai da oltre due anni a questa parte, ma il rischio di vedersi infilare alla prima vera occasione dagli avversari c’è sempre.

OK LA CALMA, MA…

L’ideale sarebbe riuscire a mantenere un trend più costante nell’arco dei 90 minuti, senza accomodarsi dopo appena 20 minuti anche se si son segnati già due gol. Stessa cosa era capitata contro il Sassuolo, che dopo mezz’ora si ritrovava sotto di tre reti senza averci capito granché e anche lì poi il netto calo di pressing e intensità. Per carità, ci può stare la gestione delle forze e tutto quello che ne consegue, ma nel caso di ieri sera c’erano ancora 70 minuti circa da giocare, un’enormità. Va bene la calma, ma alle volte è pure troppa.

Oscar Toson

 

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