I bianconeri non partecipano al “no polemica no party”

Ancora Milano, ancora San Siro. La Juve perde altri 3 punti sempre nella scala del calcio, con la Milano rossonera. Questa volta, però, tutto è diverso. Partita nettamente migliore rispetto alla sfida con i nerazzurri. Molte recriminazioni, una anche arbitrale.

EVENTO. Succede che al 37′ del primo tempo un tiro cross di Pjanic supera Donnarumma e l’arbitro convalida il gol. Tutti i rossoneri a protestare per un presunto ma inesistente fuorigioco di Bonucci, i bianconeri si piazzano nella loro metà campo per riprendere il gioco ma l’arbitro cambia idea, è fuorigioco, peccato che Bonucci non è al di là della linea dei difensori al momento del tiro di Pjanic. Scoppia il finimondo a San Siro, Galliani fa i caroselli sugli spalti al fischio di Rizzoli, Pjanic protesta ma la Juve non si scompone e si riprende a giocare. Rizzoli sbaglia, clamorosamente, soprattutto grazie all’ (non) aiuto dell’arbitro di porta. Ma succede, siamo umani non robot. Però che rabbia!

STILE. Ecco che la partita finisce, il Milan vince 1 a 0 grazie al gol del baby Locatelli e al gol annullato. Quando successe con Muntari non ci fù contegno. Per poco non arrivava l’ONU a placare gli animi, il dopo-partita fu un misto tra insinuazioni e scusanti, attacchi serrati a Buffon reo di aver visto e non aver avvisato l’arbitro, Galliani alle prese con il telefono e lo sfondo del cellulare, e tutta Italia gridò per l’ennesima volta al complotto. Ma per la Juve non è così, sempre due pesi e due misure con i bianconeri. Questo non è vittimismo ma semplice constatazione della realtà.

Alla Juve non funziona così, i piagnistei non sono materiale a strisce bianconere, alla Juve ci vuole stile, anche nelle sconfitte, anche in quelle immeritate, soprattutto a causa di un errore grossolano dell’arbitro. Ai microfoni ci va Barzagli, non proprio uno qualunque, un uomo vero e un professionista esemplare. Le sue parole sono degne di quel che rappresenta: “Ci è mancato qualcosa stasera”. Autocritica, non polemica. Ma l’apoteosi si tocca con mister Allegri: “L’errore? Può capitare”. Stile, eleganza, forza. Si, la forza di migliorare e di non trovare nessun tipo di alibi anche quando sarebbe stato facile, facilissimo. Mentre altri perdono nettamente con il Poggibonsi e recriminano per la penombra, per il fatturato, la geometria e le linee del fuorigioco, il colore del pallone o il non poter decidere a che ora giocare (?), Allegri potrebbe giustificare la sconfitta menzionando un errore dell’arbitro ma non lo fa.

VITTORIE. Questo dovrebbe far ragionare proprio i diretti avversari. Questo tipo di dichiarazioni, questo tipo di atteggiamento sono la base per le successive vittorie. L’autocritica ti permette di migliorare e di vincere, di macinare vittorie e di arrivare a maggio con lo scudetto sul petto. Perciò oggi il coro è tutto per Max Allegri, sul campo c’è tanto da migliorare, la squadra ancora non gira a cannone e in alcune partite si perde un pò, ma con questa mentalità Allegri non può che far bene. La strada è lunga e lo spogliatoio è fatto di uomini, veri. Anche questo tipo di sconfitte, ingiuste, sono un tassello fondamentale per avere più fame e più forza. A partire dalla prossima con la Sampdoria. La Juve di Allegri non partecipa al “party della polemica”, sta preparando quello di maggio, con stile ed eleganza, sarà tutto più bello.

Aristide Rendina

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