Caldo, stanchezza e poca lucidità: quando la differenza tecnica è l’unica cosa che conta

Lazio-Juventus non è stata certamente la partita dello spettacolo, soprattutto per i bianconeri. I 30° non hanno aiutato, la condizione fisica è lontana dal top e, consequenzialmente, il deficit di lucidità è bello e servito. Eppure, i 3 punti, non tardano ad arrivare. Il motivo? Semplice: la Juve è davvero troppo per i biancocelesti.

SI GIOCHICCHIA… – La Lazio c’è e ci crede. La Signora un po’ meno. I padroni di casa giocano e lo fanno abbastanza bene, i bianconeri invece sembrano titubanti. Balza subito all’occhio la differenza dal punto di vista atletico, con gli uomini di Allegri che appaiono macchinosi e poco scattanti. La Juve si fa schiacciare nella propria metà campo, con i biancocelesti che provano ad insistere senza rendersi davvero pericolosi. Solo dopo il primo quarto d’ora la situazione si sblocca, con le due squadre che provano a darsi fastidio a vicenda. Tuttavia non risultano efficacemente pericolose. Dalle poche occasioni create dagli uomini di Inzaghi si denota subito uno dei fattori determinanti della sfida: la compattezza e solidità difensiva juventina. Questa è tutt’altro che una novità, certo, ma è da sottolineare come. Con l’assenza di Bonucci, Mehdi Benatia si è subito imposto con una prestazione da 7 pieno. Senza il perno della difesa, la Juventus ha comunque messo in luce la differenza tecnica del proprio reparto difensivo, e così accadrà per il resto della gara. Divario evidente anche nelle altre zone del campo.

…E SI VINCE COMUNQUE –  Sì, perché la partita contornata da errori, aggressività opaca e pochissime occasioni, rispecchierà esattamente questo: la superiorità disarmante nei confronti degli avversari. Nonostante la condizione non ottimale, la differenza di spessore tra i giocatori bianconeri e quelli della Lazio è evidente ed incolmabile. Pur non giocando bene, le grandi squadre sono comunque in grado di vincere. La partita di oggi ne è stata l’esempio. Perché tra un Khedira e un Parolo, un De Vrij e un Barzagli e un Dybala e un Immobile, c’è tanto, troppo distacco. E’ bastata una sola azione da vera Juventus, con lo zampino del folletto argentino e la precisione chirurgica del centrocampista tedesco, per sentenziare la partita. Mentre ai capitolini in buona condizione e con un gioco ben delineato non sono bastati 90 minuti per bucare la rete di Gianluigi Buffon. Ed è da sottolineare che molti tra i bianconeri quest’oggi hanno trovato tanta, tantissima difficoltà. Asamoah, Alves e Lemina ad esempio, tutti al di sotto delle loro possibilità eppure in grado di contribuire alla vittoria.

benatiaQuesto 0 a 1 è dunque un segnale molto, molto forte: non di bel gioco, non di strapotere, ma capace di delineare una netta differenza. Tra una Juventus dai valori tecnici alti, altissimi e una Lazio (e probabilmente anche le altre di A) davvero troppo distanti. Perché, con una ritrovata condizione fisica e con la fame a cui tutti siamo abituati, con questi giocatori l’Italia è davvero piccola. Troppo, troppo piccola.

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