Pog..sì o Pog…no?

Il polpo Paul è in procinto di cambiare mare. Dopo quattro anni fantastici trascorsi nelle accoglienti acque del Mar Mediterraneo, sembrerebbe diretto verso il più freddo Mare d’Irlanda. Partito dal Manchester United per approdare alla corte della Vecchia Signora, ora fa il percorso inverso inverando la massima “a volte ritornano”.

Il trasferimento di Pogba, stando alle cifre che circolano, rappresenterebbe l’operazione per eccellenza nella storia del calcio. E per la Juve sarebbe un capolavoro economico senza eguali. Strappato a Sir Alex Ferguson praticamente a zero (qualcuno parla di un milione, altri di tre-quattro milioni), garantirebbe alla Juve un introito, e soprattutto una plusvalenza, di oltre cento milioni! In un futuro anche prossimo tale record è destinato ad essere superato in termini di prezzo, ma difficilmente in termini di plusvalenza.

Abbiamo già spiegato, in un articolo del 28 luglio scorso dedicato all’acquisto di Higuain, come il valore di bilancio di un calciatore sia determinato dal costo di acquisto diminuito dell’ammortamento già calcolato ed imputato in relazione agli anni di contratto previsti. Pertanto, non sarà difficile vendere un calciatore a centoventi milioni, ma sarà molto più complicato venderne uno a centoventi milioni avendolo pagato zero (o giù di lì…). Cioè, anche ammettendo un altro capolavoro economico che preveda una cessione a tali cifre, se io acquisto un calciatore pagandolo trenta milioni con un contratto di quattro anni, e lo vendo dopo due anni a centoventi milioni, la plusvalenza che registrerò sarà di centocinque (120 -15 del valore di bilancio perché gli altri 15 sono già stati ammortizzati). Se lo pagassi cinquanta e lo vendessi dopo due anni a centoventi, la plusvalenza sarebbe di novantacinque.

La plusvalenza rappresenta un elemento positivo di reddito (equiparabile ad un ricavo) e pertanto viene imputata per intero all’esercizio corrispondente al momento in cui matura. In altri termini, la Juve, per l’esercizio 2016-2017, si troverebbe già con un +110 (120?) in bilancio. E anche questo spiega come mai la società di corso Galileo Ferraris abbia potuto alzare l’asticella in questa sessione di mercato.

Da un punto di vista tecnico sarebbe una grave perdita, ma nel complesso la Juve ne uscirebbe comunque rinforzata. Pogba è una fantastica “ciliegiona” che riempie gli occhi, ma raramente fino ad oggi è risultato determinante, soprattutto negli impegni più prestigiosi. E’ un calciatore raro, forse unico per la capacità di coniugare tecnica e forza fisica, ma non ha la stoffa del leader. Non è Pirlo, o Tevez, o Vidal, che pure hanno lasciato la Juve senza determinarne un ridimensionamento (anche se molti lo sostenevano…).

Al di là della retorica, a certe cifre tutti sono cedibili. Se il Barcellona dovesse ricevere un’offerta di duecento milioni per il cartellino di Messi, lo dichiarerebbe incedibile? Risulta difficile pensarlo. E comunque, coloro che banalmente affermano che se una squadra vuole vincere non deve vendere i propri campioni, dovrebbero precisare che non si devono vendere a meno che non si reinvestano i soldi con competenza. Seguendo l’esempio della Juve, nel breve termine, sarebbe più forte la Juve con Pogba o la Juve con Higuain e un ottimo centrocampista da trenta milioni? Noi propendiamo per la seconda. In termini ipotetici, se la Juve lo avesse ceduto al PSG in cambio di Cavani e Di Maria (le valutazioni dei due si avvicinano alla somma dei centodieci-centoventi milioni), si sarebbe rinforzata o indebolita?

Ma, a dispetto di quello che sosteniamo, la Juve non è costretta a venderlo. Se non dovesse partire (ipotesi assai remota), con le cessioni di Zaza, Hernanes, Pereyra, Isla, Lemina, ecc., e grazie all’escalation di fatturato, destinato a protrasi nel tempo, la società bianconera potrebbe tranquillamente sistemare il proprio bilancio. Anche perché l’operazione record (di incasso e di plusvalenza) potrebbe diventare realtà tra un anno o due, alla luce della giovane età del polpo Paul.

Enrico Fattizzo

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