Quella delle plusvalenze è un po’ il leitmotiv della gestione del mercato bianconero degli ultimi anni, con una folta moltitudine di giocatori che hanno ritrovato valore tecnico nonché economico in quel di Torino. Un’altra possibilità si sta concretizzando in questi giorni: gli sceicchi del Manchester City hanno infatti messo sul piatto la mostruosa cifra di 60 milioni per strappare Bonucci alla Juventus, la quale aveva acquistato il difensore per soli 15,5 milioni offerti al Bari, società che ne deteneva precedentemente il cartellino.
Gli obiettivi della società per la prossima stagione sono oramai chiari, per puntare all’affermazione internazionale non ci si può privare delle frecce più importanti della propria faretra, andando a rafforzare una diretta concorrente.
IDOLO DELLA FOLLA – Bonucci non è però solamente il prototipo del difensore – quasi – perfetto, infatti dopo le prime apparizioni, a dir poco rivedibili, è riuscito a scalare le gerarchie nel cuore dei fan, divenendo un vero e proprio idolo per la tifoseria bianconera. Bonny, come è chiamato, incarna forse più di tutti, con Marchisio e Buffon, la “juventinità” che tanto piace ai supporter: ha infatti saputo dimostrare l’amore per questa maglia, è stato tra i primi a metterci la faccia nei momenti di difficoltà, si è preso i gradi del leader cementando il gruppo e divenendo, lui stesso, il primo ultrà (nel senso più genuino del termine) juventino. Non è sempre facile entrare nelle grazie dei tifosi juventini, specie se l’inizio è tentennante e si ha un passato neroazzurro da farsi “perdonare”, ma il numero 19 è considerato nell’immaginario collettivo come quel baluardo cui non si può proprio fare a meno, per questo motivo, anche più delle ragioni tecnico tattiche, si può fare uno strappo alla regola e andare oltre le logiche finanziarie. La Juventus non può così privarsi di Bonucci, come lo stesso non può privarsi della sua Juve.