Capolavoro di Conte, Allegri in discussione: l’inutilità dell’eterno confronto

Ci risiamo. Conte mostra tutte le sue impressionanti capacità alla guida di un’Italia dal potenziale discutibile e immediatamente, tra i tifosi juventini e non solo, riprende quota il paragone con Allegri. Chi è migliore? Ma Allegri vale qualcosa o semplicemente vive di rendita dal lavoro del leccese? Sui social e non solo le domande sono ricomparse. Puntuali e un po’ stantie.

Mettere in discussione Conte è da folli, tutti riconosciamo le sue qualità e il lavoro fatto alla Juventus. Un lavoro eccezionale, decisivo, che non può essere dimenticato. Ma quanto ancora Allegri dovrà convivere con questo scomodo fantasma? Cosa dovrà fare per smentire gli scettici? Sono cambiati i giocatori, la sua Juve è totalmente diversa da quella di Conte (sì, 3-5-2, ma il modulo dice tutto e niente; l’interpretazione è tutt’altro che simile), ha ottenuto risultati eccezionali anche in Europa, ha costruito fenomeni e cambiato il modello di comunicazione. Non basta per far terminare i paragoni assurdi? Evidentemente, no.conte

In aggiunta, anche tralasciando il discorso ‘meriti di Allegri’, a cosa serve questo confronto? Si può preferire uno o l’altro, è questione di stili, pensieri, in una parola gusti, ma questo non deve cancellare i meriti dell’altro. Apprezzarne uno non significa svalutare l’altro, questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Quello che conta, se si tratta di juventini, poi, è ciò che ora rappresenta i colori bianconeri. Senza asservirsi annullando la propria capacità di critica, questo è ovvio, ma non ha senso nemmeno cercare obbligatoriamente un difetto per rimpiangere l’altro.

I confronti tra allenatori sono un esercizio retorico inutile, perché su ciò influiscono troppi fattori, dai giocatori al campionato, dal momento a un pizzico di imponderabile. Conte e Allegri sono due grandi tecnici che hanno fatto grande la Juve quando la Vecchia Signora aveva esigenze diverse e in momenti diversi. Ringraziamoli e godiamoceli, senza trasformare tutto in una dicotomia di alcuna utilità.

Edoardo Siddi

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