Il Napoli prende Tonelli, la Juve Dani Alves e Pjanić, ma la colpa è del fatturato

Cominciamo una precisazione doverosa: Tonelli, ex Empoli e passato al Napoli qualche settimana fa è uno dei giocatori che meglio ha figurato nel corso della scorsa stagione e gli auguriamo di rendere al meglio con la maglia dei partenopei.

Tuttavia, vorremmo trarre questo come spunto per alcune considerazioni. Più volte il club azzurro, nella figura del suo presidente Aurelio de Laurentiis, ha sottolineato che competere con la Juventus in Italia è un’impresa al limite dell’impossibile per via della palese differenza di fatturato  tra i due club.
Osservazione che parzialmente può ossere accolta come veritiera, ma la nostra domanda è: come ci si aspetta di aumentare tale fatturato se la società non mostra l’ambizione con un mercato all’altezza e con una gestione volta alla crescita costante del club? Siamo più vicini alla fine della stagione scorsa che all’inizio di quella nuova, per cui c’è tanto tempo per essere smentiti, ma se il buongiorno si vede dal mattino, dubitiamo che le tendenze possano cambiare facilmente per gli inseguitori dei bianconeri.

DIFFERENZE – Giocando al gioco de “trova le differenze” vi diremmo di considerare il Napoli che prende Tonelli, mentre la Juventus Dani Alves (a parametro zero e che sosterrà le visite mediche la prossima settimana) e Pjanić (già sbarcato a Torino con tanto di foto di rito sul contratto).

Quello del difensore ex Empoli vuole solo essere un esempio per porgere una domanda a chi, da anni, si nasconde dietro la scusa del fatturato. Davvero ci si aspetta di colmare il gap con la Juventus con colpi di mercato da squadra di media classifica?
Il principio è, miei cari, che la Juventus fattura di più perchè sa investire e rischiare di più dove necessario. Nascondersi ancora dietro al fatturato o ai bilanci è solo l’ennesima scusa di chi non ha mai, in questi anni, saputo intraprendere una gestione sportiva virtuosa paragonabile a quanto quella adottata dai bianconeri.

Juventus-Stadium (1)STRAPOTERE – La Juventus, negli ultimi anni, ha costruito uno stadio di proprietà, strutture di allenamento, commerciali e di comunicazione all’avanguardia, ponendosi su un piedistallo che la issa, a sua volta, ad un livello superiore rispetto alla concorrenza in Italia. La Juventus che ha acquistato Pjanić dalla Roma è la stessa che potrebbe provare a prelevare Hamsik dal Napoli, mentre appare improbabile, per non dire impossibile, che il club capitolino o i partenopei possano fare altrettanto con i vari Bonucci, Pogba o Dybala. Tre nomi, uno per reparto, che vogliono sottolienare ulteriormente la bontà della programmazione e dell’operato biaanconero. Se ad oggi la Juventus è la prima in Italia, con un primato incontrastato da 5 anni, non è merito dei fatturati, dei bilanci o della presidenza che ha investito chissà quale esorbitante cifra sul mercato, come avviene per esempio in Francia con il PSG o  in Inghilterra con il City e il Chelsea. La Juventus di oggi e degli ultimi anni è il frutto del lavoro, della programmazione e di un’attenta pianificazione sportiva e societaria.

Noi auguriamo a Tonelli di fare un grande campionato e di conquistare, un domani la maglia della nazionale, ma vorremmo davvero che la si smettesse di nascondere gli insuccessi dietro ai fattuati e ai bilanci. Un vecchio detto dice che “ognuno raccoglie quello che semina” ed è chiaro che in questo caso la Juventus ha saputo seminare meglio e più di tutti negli ultimi anni e adesso possa godersi i risultati di una gestione sana e coraggiosa non solo in sede di mercato, ma anche nell’ambito di accordi commerciali nuovi e ambiziosi.

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