L’attesa straziante del tifoso medio

Ecco, ci ritroviamo agli inizi di giugno con uno Scudetto, il trentaquattresimo, una Coppa Italia ed una Supercoppa in tasca in attesa di conoscere chi saranno i nuovi innesti della squadra Campione d’Italia. Nei bar, sui social, tra un aperitivo e una birra con gli amici impazzano i nomi, gli acquisti, le cessioni, non si fa altro che parlare di ingaggi, bonus, prestiti. A complicare ancor di più la situazione ci sono le nuove regole delle rose della Serie A che prevedono novità sostanziali per il prossimo anno. E se tutto ciò non bastasse ci si mette di mezzo un Campionato Europeo ed una Coppa America che avranno solo l’effetto di una ricca dose di metadone per coloro i quali (il classico tifoso medio) non vedono l’ora che arrivi il 21 di agosto per vedere finalmente in campo la propria squadra del cuore.

dani alvesSENZA LA DOSE QUOTIDIANA – Eh sì, il tifoso di calcio è un drogato, è un essere inconcepibile ai più, un elemento da analizzare psicologicamente, prima di accoglierlo o eventualmente evitarlo a piè pari. Il tifoso medio vive i mesi di giugno e luglio come un incubo, è dilaniato internamente dall’attesa. Al tifoso medio non basta sapere che la sua squadra del cuore ha ingaggiato Dani Alves, chi? Sì, Dani Alves, “quello del Barcellona” per i prossimi due anni e che è seriamente intenzionato ad acquistare campioni del calibro di Pjanic o Mascherano. Il tifoso medio schiva volutamente Criscitiello e Pedullà per non cadere in tentazione, non organizza le proprie vacanze su booking per evitare che compaia l’Ata Hotel, litiga con gli amici che di giorno in giorno fanno l’elenco della spesa degli acquisti o propongono “le probabili formazioni” su whatsapp, glissa sulle domande tipo “ma ti piacerebbe Ibra?”. Diventa addirittura antipatico quando inizia il gippone continuo… “dovevamo buttare la palla in tribuna e magari andavamo noi in finale”.

NON SI PUÒ VIVERE COSÌ – Giugno e luglio sono mesi da cancellare nel suo calendario, così come il periodo che va dal 22 dicembre fino al 6 gennaio. Non può vivere così. Come ogni malato ha bisogno di una cura che preveda una terapia d’urto, di quelle totalmente risolutive. L’attesa per il tifoso medio è straziante, e se avesse tra le mani Giacomo Leopardi che racconta del suo sabato del villaggio, lo farebbe a pezzettini.

Il tifoso medio soffre. Il tifoso medio vuol vedere la sua squadra in campo, magari anche con qualche elemento della primavera per le stupide amichevoli estive. Il tifoso medio ama i colori della maglia. Il tifoso medio è un tossicodipendente, e non fa altro che scorrere i canali di Sky, Premium, Rai Sport per trovare una partita del campionato appena finito.

E quando tutto manca, in piena crisi di astinenza accende il pc, va su youtube e digita “Zaza 88’ Juve-Napoli”, per farsi un’iniezione da sballo.

Francesco Pellino

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