Dybala a GQ: “Rimonta Juve come il Gladiatore. Al Sassuolo il mio gol più bello”

In una lunga intervista al mensile GQ, Paulo Dybala racconta la sua crescita, le sue passioni e tanto altro, oltre che ovviamente il primo anno alla Juventus. Ecco quanto evidenziato da SpazioJ.it:

NUOVE REALTÀ – “Quando avevo 15 anni mi sono trasferito a Cordoba, da solo, per giocare nell’Istituto. Cordoba è più grande di Palermo e Torino, quindi alle metropoli ero abituato. Il vero impatto è stata la partenza per l’Italia. Mi sono ritrovato a 11 mila chilometri da casa a 17 anni”.

RELAX – “Abito con la mia ragazza, facciamo una vita molto rilassata. Una o due volte alla settimana andiamo al cinema oppure usiamo Netflix. Ho “divorato” Narcos e sto seguendo Prison Break. Più raramente, ma leggo anche. Ultimo libro? Quello di Guardiola”.

dybala

JUVE COME UN FILM – “Mi piace molto Il Gladiatore. Come noi, Massimo Decimo Meridio non iniziò bene. Gli ammazzarono la moglie e il figlio. Ma con la sua forza interiore è riuscito a uccidere il Cesare. Era quello che voleva, così come noi volevamo lo scudetto a tutti i costi”.

DAB DANCE – “È roba di Paul, io gli sono andato dietro. Lui è sempre molto allegro, balla e canta. Un giorno, scherzando, ci siamo detti: “La prima volta che segneremo entrambi in una partita, esultiamo così”. È successo. E pare che sia piaciuto parecchio”.

GOL – “Quello al Sassuolo è il più bello di quest’anno, perché la palla è andata dove volevo io. Quando riesci a fare esattamente quel che hai in testa, sei contento. E anche quello dell’anno scorso quando ero a Palermo contro il Genoa. È molto simile alla rete con il Sassuolo. Sono andato sul mio piede e ho cercato di piazzarla all’angolino, un gesto tecnico che mi piace tantissimo”.

EMOZIONI ALLO STADIO – “Oltre ovviamente lo Juventus Stadium, mi sono emozionato molto nel tornare a Palermo. E poi il San Paolo, perché è lo stadio di Maradona: entrare e sentire la musica che ascoltava lui durante il riscaldamento, mentre si divertiva a palleggiare e a far giochetti, fa un certo effetto a chi come me è argentino e innamorato di Diego”.

 

Oscar Toson

 

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