Ecco il “piano Morata”: la Juve vuole tenere Alvaro

Meglio essere chiari sin dall’inizio: gli accordi sono chiari, se il Real Madrid arrivasse a Torino con un’offerta di 30 milioni di euro per Alvaro Morata, lo spagnolo volerebbe subito nella capitale spagnola. Non c’è interpretazione che tenga, è tutto scritto nero su bianco: lo prevede il contratto sottoscritto due anni fa da Juve e Real, così come lo prevede il contratto che Morata ha firmato con i Blancos prima di approdare a Torino. Questo, quanto meno, è quanto prevedono i documentialvaro.morata.juventus.smorfia.2015.2016.538x358

Sì, perché esistono delle alternative che la Juventus vuole provare a giocarsi perché c’è davvero tanta voglia di blindare Morata e di creare un progetto vincente basato sui giovani, con lui, Pogba e Dybala in testa. La prima carta da giocare è la volontà di Morata: se lo spagnolo si opponesse con forza al ritorno a Madrid, i dirigenti spagnoli potrebbero essere indotti a fare un passo indietro. Le carte firmate legherebbero Morata al Real, è vero, ma è chiaro che di fronte ad una volontà decisa del calciatore i documenti passerebbero in secondo piano rispetto all’aspetto umano. Il problema, però, è che difficilmente Morata prenderà posizione: lo spagnolo ha il cuore diviso a metà. Per quanto sia legato alla maglia bianconera, è difficile immaginare che uno spagnolo nato a Madrid dica di no al Real, se gli verrà assicurato spazio sufficiente.

L’altra idea, è quella che potremmo definire “contro-recompra”: Marotta potrebbe infatti anticipare il Real Madrid, facendo un’offerta per annullare la recompra degli spagnoli. La cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni. In altre parole, la Juventus rinuncerebbe ad incassare i 30 milioni dal Real Madrid ed inoltre ne darebbe 20 agli spagnoli per tenersi Morata. I bianconeri, insomma, hanno pronto un piano: ora non resta che aspettare di capire quale sia l’intenzione del Real. Se non dovesse funzionare, però, i bianconeri si fionderanno su un altro attaccante: primo nome della lista è quello di Edinson Cavani.

Alessandro Bazzanella

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