Mandzukic, ancora lui: in ogni partita c’è il suo zampino

Dovessimo far riferminto solo alla statistica, o ai numeri, forse non si renderebbe l’idea di quanto abbia contribuito a migliorare questa Juventus targata Allegri-bis. Otto reti in 22 partite. Una media tutt’altro che alta, specie se paragonata all’andamento di altri attaccanti militanti nelle rispettive big europee. Va sottolineata, pertanto, la qualità di questi 8 sigilli. Segnature rifilate in momenti delicati d’una partita. A comincare dalla prima: finale di Supercoppa Italiana, cross dalla fascia destra e “inzuccata” perentoria.  Inizia proprio qui la storia d’amore – che, si spera, possa durare ancora molto – tra Mario Mandzukic e i bianconeri. L’ariete croato, sebbene giochi da quasi un anno assieme a Buffon e compagni, sente già sulla pelle i colori della “Vecchia Signora”.

Il gol dell’1-1 rifilato ieri al Milan – su assist d’un Alvaro Morata sempre più in crescita – denota l’aspetto migliore del bomber ex Atletico Madrid: la fredezza nel trafiggere i portieri avversari. Dategli una palla in area di rigore e state certi che 9 volte su 10 riuscirtà a piazzarla alle spalle di qualsiasi estremo difensore. Non solo. Ogni rete della punta numero 17 pesa quanto un macigno. Spesso, quella porta violata porta al proprio team i tre punti. Un po’ il profilo che la società di Corso Galileo Ferraris in questi anni ha spesso cercato, ma poche volte ottenuto. Per fortuna, però, il dopo-Tevez consiste in una triade – Morata-Mandzukic-Dybala (senza dimenticare Simone Zaza, ovviamente) – interscambiabile e pronta a qualsiasi evenienza.

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C’è, ad onor del vero, un altro aspetto che sta permettendo a Mandzo di guadagnare la fiducia della tifoseria juventina: grinta, cuore, voglia di lottare. Perché lui, nonostante sia un puro centravanti di peso abile nel giocare di sponda, ama “sporcarsi le mani” andando a recuperare palloni ovunque. Fornendo supporto alla retroguardia difensiva ben coperta da Bonucci e Barzagli. Combatte, lotta, corre. E pazienza, allora, se non segnerà quei 30 gol a stagione. Anzitutto, viene il successo della squadra, del gruppo. Da “SuperMario”, allora, ci si aspetta che quei gol aumentino ulteriormente. Auspicando che la prossima stagione diventi quella sì quella della conferma, ma anche di maggiore incisività.

Paolo Panico

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