Juve, ora è “Fuga per la vittoria”!

“Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”. La Juventus ha fatto proprio il celebre aforisma di Oscar Wilde replicando sul campo alle polemiche ottuse, villane ancorché futili, fomentate dai soliti noti allo scopo di complicarle la marcia verso il quinto scudetto consecutivo.

Il peso specifico del famigerato “macigno” è ora aumentato; nonostante la delicatezza di una gara non casualmente affidata alla direzione dell’arbitro più gradito sotto il 52° parallelo, l’impellente necessità del Milan di sfoderare una prestazione almeno orgogliosa e a dispetto di una prova bianconera affatto trascendentale.

A differenza di quanto normalmente le accade in campionato Madama si è concessa qualche rischio di troppo, e se a un certo punto la partita non si è pericolosamente inclinata nel verso sbagliato è solo perché G. Buffon, il supereroe senza mantello che ne difende il sacro perimetro, ha inteso chiarificare al supposto erede designato del versante opposto che i tempi della successione sono tutt’altro che maturi.

La capolista ha sofferto. Difficile stabilire se abbia inciso maggiormente la buona animosità rossonera o la comprensibile usura, più psicologica che fisica, cumulata nel corso di una galoppata dai contorni epocali; frustrante per l’occasionale antijuve di stagione, ed esaltante, invece, per chi ancora rincorre, non un’avversaria, ma l’ambizione di aggiungere alla propria leggenda un nuovo entusiasmante episodio.

La firma in calce al capitolo meneghino è stata apposta dal talento zebrato più fulgido schierato dall’orecchiante nel contesto di una formazione iniziale per una volta sensata: Paul Labile Pogba. ll Cassius Clay o, a piacere, Muhammad Ali dell’ex palla a spicchi, dopo una frazione d’apertura alquanto anonima è salito in cattedra e, con un colpo da fuoriclasse del biliardo, ha ribaltato un confronto che le sue giocate stavano già spaccando.

La stoccata del francese ha ammorbidito parecchio l’aggressività dei berlusconiani, rudemente incarnata dal fallosissimo Alex ( impressionante la sua somiglianza con Aldo Baglio ), infatti, eccezion fatta per una pericolosa conclusione volante del subentrato Boateng, la gestione juventina delle operazioni è poi stata relativamente semplice, oltreché impreziosita dall’ingresso di Cuadrado in luogo del diligente Lichtsteiner.PaulP.

Ogni rilievo sulla qualità di un gioco eccessivamente attendista e mai del tutto convincente sarebbe pleonastico. Nelle giornate che scandiscono il tramonto del torneo conta solo vincere per anticipare quanto prima possibile la chiusura delle ostilità. È comunque corretto rimarcare che anche durante i momenti di maggiore difficoltà i campioni in carica non si sono mai disuniti, né hanno smarrito la sicurezza nei loro mezzi o la convinzione di spegnere le luci del Peppino Meazza con il bottino pieno nel carniere.

Cionondimeno, è comunque seccante constatare che, come sempre, le complicazioni potenzialmente più sanguinose sono state pervicacemente conseguenti a errori tecnici non provocati e figli di leggerezze e/o leziosità talvolta sconfinanti in un’inopportuna e ingiustificata sicumera, perdonabile finché i risultati, magari solo per inerzia come contro il Milan, continuano a premiare anche oltre i meriti contingenti.

A prescindere dagli artefici dell’ennesima vittoria, particolari note di merito debbono essere ascritte alle esibizioni di Rugani, che ha confermato il suo processo di crescita, Morata, generoso, altruista e parecchio maltrattato, nonché del Marione croato, menomato a contesa ancora in fasce dalla foga belluina del già citato Alex.

Ove non ha provveduto lo scomposto agonismo della compagine milanese è intervenuta l’ormai proverbiale cambiale da onorare immancabilmente con scadenza settimanale, quella afferente gli infortuni per i quali, anche il J Medical può ostentare un poco lusinghiero e costante “sold-out”.

Sei tappe alla meta, delle quali almeno un paio potrebbero assumere il carattere di graziosa passerella. A giochi fatti, però, decantato il canonico quarto d’ora di sobri festeggiamenti, sarà doverosa una profonda revisione delle metodologie che riguardano la preparazione atletica, giacché l’abnormità delle emergenze stagionali non è conciliabile con una seria aspirazione di successo in ogni competizione alla quale la Juventus parteciperà.

Il problema deve essere risolto, prima che diventi, esso sì, un “macigno” davvero insostenibile.

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