Gabriele Bove, una vita in bianconero. Dalle origini al Viareggio tra le mani

Non esistono più le bandiere. Frase che si sente spesso e che, purtroppo, a differenza di molte frasi fatte, è verissima. Il calcio di oggi non permette – o comunque lo rende molto più difficile – di legarsi a una sola squadra. Troppe tentazioni, troppe logiche di mercato, troppe persone che prendono decisioni. Il cambiamento di maglia è all’ordine del giorno e la cosa è diventata vera anche a livello giovanile. Trovare un giocatore che abbia fatto l’intera trafila con un’unica maglia è sempre più raro, ma tra i bianconeri che hanno conquistato il Torneo di Viareggio uno c’era. Gabriele Bove, classe 1998.

Bove è bianconero da sempre. I primi calci a un pallone dati in maniera seria sono stati con la maglia bianconera addosso, colori mai più svestiti. Tutte le giovanili, fino ad arrivare alla Primavera, con cui si è anche tolto l’enorme soddisfazione di sollevare un trofeo. E l’ha fatto da protagonista, dando il massimo nei momenti chiave, sopperendo al meglio all’assenza di Clemenza, per di più in un ruolo non suo. La cabina di regia e la posizione di mezz’ala, infatti, gli stanno un po’ stretti. Dedizione alla causa e spirito di sacrificio annullano ogni lamentela, ovviamente, ma l’area di rigore avversaria manca. Più vicino alla porta è più bello, ma crescere significa anche accettare decisioni scomode. E così, da ragazzo serio e professionista, niente lagne e solo impegno. Si gioca dove dice mister Grosso. Facendo il massimo. La suprema conferma di quello spirito di gruppo di cui vi abbiamo spesso parlato.

Bove e Kastanos Sollevare il Viareggio è stata una soddisfazione immensa arrivata dopo un anno difficile. Abituato a essere protagonista, infatti, Bove ha dovuto accettare tanta panchina e periodi di inattività per lui del tutto nuovi. L’impatto con una realtà più grande comporta anche questo, e, come detto, crescere obbliga anche a sopportare momenti complicati. E lui ce l’ha fatta, sostenuto dai compagni e pronto a sfruttare ogni occasione, ma anche sorretto dalle parole di Grosso, che l’ha sempre fatto sentire parte integrante del gruppo: una pedina importante da schierare al momento giusto. E quando il suo momento è arrivato lui non ha deluso.

Ora, dopo aver superato i periodi difficili, si avvicina il momento di tornare protagonista. Grosso avrà tanto bisogno di lui nel finale di stagione e soprattutto è prevedibile che l’anno prossimo sarà uno dei punti fermi della squadra. Ora, ovviamente, la testa è alla finale di Coppa Italia. Titolare o meno, la serata importante impone la massima concentrazione, con la consapevolezza che scendere in campo allo Juventus Stadium sarebbe un altro paletto da porre nella strada verso il sogno. Il percorso è in salita, ma vuoi mettere la bellezza del viaggio? Tutto in bianconero, naturalmente.

Edoardo Siddi

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