Roberto Pereyra: 5 buoni motivi per cui può fare la differenza nel finale di stagione

Lo strano percorso” è il titolo di una canzone degli 883 e chissà se questa colonna sonora è presente nella playlist di Roberto Pereyra. Già perchè, scherzi a parte, tra le due stagioni con la maglia della Juventus, per il trequartista argentino questa sta risultando la più dura dal punto di vista atletico. Un po’ colpa dell’infortunio rimediato il 25 ottobre dello scorso anno, un po’ colpa dei vari cambi di modulo, Pereyra era finito nel dimenticatoio ma Allegri è pronto a rispolverarlo ed a rilanciarlo nel rush finale di questo entusiasmante campionato. roberto-pereyra-juventus-frosinone-serie-a_8isyfqalrp0r1ck12l24t2d02

Se analizziamo la scorsa stagione di Pereyra, notiamo che l’argentino è sempre stato convocato per i 38 match di Serie A ed è stato schierato per 27 volte nell’undici iniziale subentrando in 8 occasioni: dunque, solamente in 3 partite è rimasto a guardare i compagni dalla panchina. Quest’anno, come detto in apertura, l’infortunio ha caratterizzato “lo strano percorso” del Tucumano pronto adesso, a tornare quello della scorsa stagione. Ecco 5 buoni motivi per cui puntare su Pereyra in questo finale di stagione.

1) E’ “fresco: si, proprio così. L’infortunio del 25 ottobre scorso oramai è alle spalle. Dopo due giornate in panchina, con Chievo e Genoa, Allegri lo ha schierato nelle tre trasferte di Frosinone, Bologna e Bergamo e sempre da trequartista. Minuti nelle gambe per l’argentino il quale, d’ora in poi, dovrà rispondere sempre presente alle chiamate del mister.

2) Può dare più soluzioni tattiche: ebbene si. Con Pereyra in campo la Juventus può cambiare abito: 3-5-2 o 4-3-1-2. Il trequartista classe ’91 è il classico giocatore che predilige agire dietro le punte ma anche da mezz’ala non fa rimpiangere i soliti Pogba, Marchisio e Khedira. Insomma, per Allegri è come un jolly.

3) E’ in grado di spezzare la partita: nella passata stagione abbiamo ammirato un ottimo Pereyra. Quest’anno, di meno ma le sue qualità sono rimaste intatte. Brevilineo, agile nel dribbling con un ottimo tiro anche dalla distanza. Le sue accelerazioni possono mettere in difficoltà le difese avversarie giocando tra le linee, per poi andare alla conclusione o servire le due punte.

4) Può far rifiatare le mezze ali: con un eventuale 4-3-1-2, Pereyra garantirebbe maggiore spinta offensiva. In questo caso, le mezze ali accompagnerebbero l’azione d’attacco in modo alterno. A differenza del modulo con il trequartista, con il 3-5-2 la spinta del centrocampo deve essere continua in tutte le azioni di gioco con maggiore dispendio di forze ed energie. In questo caso Pereyra fungerebbe da anello di collegamento tra il centrocampo e l’attacco.

5) E’ arrivato il momento di dimostrare qualcosa in più: alla prima stagione con la maglia della Juventus, ci può stare una crescita altalenante. Nella scorsa estate, la dirigenza bianconera lo ha riscattato interamente dall’Udinese per 14 milioni di euro: una cifra importante. Infortunio a parte Pereyra, in queste 8 partite restanti, deve riconfermarsi un giocatore all’altezza di questa squadra se non vorrà essere messo sul mercato nella prossima sessione di giugno.

Insomma, ad Allegri ed al campo, la scelta ed il verdetto finale. Lo strano percorso di Roberto Pereyra ricomincia da qui, più in salita che mai.

Michele Ranieri

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