Juve al rush finale: analisi e bilancio di una stagione incredibile

Avviati al termine di una stagione da cardiopalma, in casa Juve è tempo di bilanci, resoconti, analisi. Da un lato gli obiettivi falliti e le fasi della stagione in cui si è fatto “meno bene”, dall’altro ciò che verrà ed i conseguenti traguardi da tagliare. Alla conclusione mancano ancora 9 partite, di cui: 8 di campionato e la finale di Tim Cup da disputare il prossimo maggio contro il Milan.

IL PASSATO – Di ciò che è andato non si dovrebbe mai parlare, ma nel calcio come nella vita è consigliabile riflettere sugli errori per evitare di commetterli nuovamente. La logica rende, se si pensa all’avvio shock del campionato in corso e a ciò che doveva essere inevitabilmente da raddrizzare. Risultati insoddisfacenti, prestazioni altalenanti e il nodo degli infortuni stavano per distruggere una favola che si era conclusa pochi mesi prima con la notte di Berlino. Dal Mapei Stadium – o meglio dal derby d’andata – si è trasformato tutto in una “transizione positiva” rimanendo nei temi caldi del calcio giocato. Il gruppo tenuto saldo dai veterani – arduo il loro compito – e dal mister, è cresciuto ed ha recepito bene il messaggio che la società e il tifo “Juve” hanno inviato. Una serie incredibile di vittorie e una media punti ottenuta con sacrificio e determinazione, hanno permesso la “scalata” in classifica e l’aggancio a chi nella prima fase correva il doppio.

pereyraD’ORA IN POI – Nei mesi si è conquistata la vetta ed ora c’è il difficile obiettivo di rimanere a distanza di sicurezza l’ottimo Napoli e se possibile incrementare il vantaggio. A disposizione ci sono ancora 24 punti, una enormità. Per vincere il 5°titolo consecutivo ed eguagliare il “Quinquennio d’oro” servirà forza, qualità, mentalità: tutte caratteristiche acquisite da un organico rimodellato, modificato ma non per questo, eccellente. Per accedere alla storia -come se non bastasse quanto fatto dal lontano 1897 – nel rush finale conteranno molto le energie di chi ha speso meno (Lemina, Asamoah, Rugani, Pereyra su tutti), preziosi per sopperire alle assenze che ci saranno e alle fatiche di chi ha sempre dato tutto (basti pensare a Marchisio e Khedira, o Chiellini).

La compattezza ma soprattutto la varietà di elementi in rosa permette a mister Allegri di schierare sempre calciatori “top” rimanendo invariato il valore tecnico-tattico complessivo della squadra in campo. In più, l’organico folto consente – a seconda delle esigenze – di variare il sistema di gioco anche a partita in corso. La dirigenza, infine, sta cercando di allestire una rosa ancora più competitiva per la stagione che verrà: l’imperativo è trattenere i “big” puntando all’elitè del calcio europeo. Allora si, la Champions non sarà più un miraggio.

Simone Di Sano

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