Il presunto fascino dei campionati esteri avvilito dalla bellezza di questa Serie A

In realtà rappresentano perlopiù miti e leggende divampati in un momento di scarsa incisività economica dei club del nostro campionato, che hanno indetto qualunque altro torneo estero (probabilmente non siamo stati scavalcati da quello scozzese solo per via della triste vicenda capitata ai Rangers) migliore della nostra Serie A. Del resto il campionato giudicato sino a non molti anni fa come “il più bello del mondo”, nel frattempo è divenuto sempre più la dimora per quei calciatori giunti ad un’età in cui solitamente ci si arriva a chiedere “smetto o vado oltreoceano/Cina/Arabia?”.

Ecco perchè ad un certo punto, l’Italia è finita senza rendersene conto col rappresentare quella via di mezzo, scavalcata da Liga, Premier, Bundesliga e, per i “lamentoni” più incalliti, pareggiata nel suo valore persino dalla Ligue 1. Un posto di lusso tutto sommato, in cui rimettersi in gioco diviene certo fattore possibile, tuttavia senza l’obbligo di finire col dribblare obbligatoriamente anonimi difensori presenti su un campo da calcio senza sapere come ne perchè. Insomma, significa pericolo competitività pari a zero di tornei australiani/americani/cinesi e arabi scampato ancora per qualche tempo. Grazie ad una Serie A scesa di livello.

LA LEGGENDA DELLA LIGUE 1 – Ad ogni modo il tempo scorre e risulta ancora una volta la medicina migliore di tutti i mali e persino dei giudizi. Ed è con la vittoria imbarazzante ottenuta dal Psg contro il Troyes, che di fatto ha regalato alla corazzata parigina un campionato vinto ufficialmente a metà marzo ma ufficiosamente ad agosto, che la nostra Serie A giunge a prendersi altrettanto ufficialmente la sua netta rivincita. Ed è un vero e proprio peccato dinanzi alla bellezza ed alle emozioni che il calcio regala, vedere campioni del calibro di Ibrahimovic, Thiago Silva, Cavani, Verratti e Di Maria svolgere allenamento costante nel corso di un campionato osceno, ammazzato dallo strapotere economico del Psg. Competizione solo di nome dunque, ma non di fatto. In Francia si gioca per il secondo posto sin dai nastri di partenza, e ciò che per i supporters della squadra della capitale poteva essere identificato come un riscatto dagli anni bui, dalla stagione 2012/2013 si è tramutato decisamente in una noia mortale senza l’ombra di qualcuno che possa in qualche modo mettere una pezza allo strapotere della loro squadra.

LA LEGGENDARIA BUNDESLIGA – Non si dica che esiste poi molta differenza con la Bundesliga tedesca, nonostante il Borussia Dortmund di questa stagione stia provando a creare qualche grana ad un’altra regina indiscussa (ma divenuta nel corso degli ultimi anni anche incontrastata) del calcio teutonico. Pure il Bayern Monaco, infatti, dalla stagione 2012/2013 ha cominciato la sua scalata verso l’infinito che lo conduce a vincere campionati a mani basse. Del resto, quando questi vanno male, lo vedono distaccare di sole dieci lunghezze la seconda in classifica (si veda la scorsa stagione col Wolfsburg secondo). I soli 5 punti di distacco che lo separano dal Dortmund nell’annata in corso, dunque, fanno apparire il campionato tedesco come combattuto e avvincente, anche perchè il Bayern è stato capace di terminare la sua corsa a +19 e persino a +25 dalla seconda nelle ultime stagioni. Tuttavia, anche compiendo lo sforzo di dare “per buona” la competitività odierna della Bundesliga, viene da chiedersi perchè a parteciparvi siano soltanto in due.

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LA “SUPERLEGGENDA” SPAGNOLA – Che se ne dica, anche la Liga spagnola occupa un posto d’onore nello speciale podio affibbiato ai campionati-leggenda, ovvero di quei tornei che in ogni modo potrebbero essere definiti eccetto che competitivi e/o affascinanti, a meno della presenza di 5-6 compagini vagamente somiglianti a Barcellona e Real Madrid. Le due squadre aliene, però, rendono tale eventualità impossibile a verificarsi e dominano incontrastate la massima serie spagnola. Solo l’exploit targato Atletico Madrid 2013/2014 ha interrotto il susseguirsi di titoli assegnati a blancos e blaugrana, ma si tratta per l’appunto di un caso raro, unico nel panorama dell’ultimo decennio. In un campionato in cui il primo posto vede spesso l’acquisizione in tripla cifra da parte di due delle squadre più ricche e forti del pianeta, del resto non potrebbe essere altrimenti.

PREMIER COMBATTUTA, MA CON L’ASSENZA DI VERE BIG – Infine la Premier League, numericamente costellata da più compagini candidate alla vittoria, e che tutto sommato si contendono il titolo ciascuna di queste con buone chances. Nella stagione in corso poi, se da una parte il Leicester sta provando a regalare un sogno che apparterrebbe non soltanto ai suoi tifosi quanto a tutti gli sportivi ed ai fans delle belle storie di calcio, dall’altra simboleggia si una buona dose di incertezza ma sicuramente nessuna squadra capace di ammazzare la Premier e, tutto sommato, anche un livello qualitativo non particolarmente esaltante. Del resto, scagli la prima pietra chi considera stellare o rivoluzionario il gioco espresso dalla combriccola agli ordini di Claudio Ranieri. Il Leicester fa quello che deve, ovvero difendersi bene e sfruttare le occasioni che crea. E poi diciamocelo, vedere l’Arsenal occupare la terza piazza ad 8 lunghezze, ma soprattutto Manchester United e Chelsea tagliate fuori dalla lotta già da mesi, fa comprendere quanto comunque possa trovare concreta giustificazione, di questi tempi, l’exploit in Premier League nonostante l’alto numero di contendenti. Tottenham permettendo chiaramente (ma anche gli stessi Spurs ai nastri di partenza non godevano dei favori dei pronostici, perlomeno rispetto alle super-big del calcio d’Oltremanica).

SERIE A, DOVE RISIEDE IL FASCINO – E poi c’è la bistrattata Serie A, ovvero quel campionato avaro di campioni che vede si la Juventus ancora protagonista, ma che ad ogni modo in quest’ultima stagione ha già regalato momenti di incertezze, di dubbi, di perplessità ma soprattutto di bellezza. “Sprazzi di bellezza” (cit.), grazie al sogno di un ritorno insperato delle sette sorelle a poche settimane da Natale, di un Napoli concreto e severo avversario di Madama divulgatore di bel gioco oltre che di ottimi risultati per i suoi tifosi. Di una Roma resa innocua dalla gestione Garcia ma rinata sotto l’ala spallettiana. Ed è ancora in questo bistrattato torneo che il capocannoniere sembra giocare e segnare in tutt’altra parte, e dove tuttavia il suo incredibile apporto, ad oggi, non risulta comunque sufficiente alla sua squadra per valere il primo piazzamento. Perchè che ci piaccia o no, il campionato in cui gli avversari si scansano ed i gol delle grandi toccano spesso quota 5 in una sola partita, qualche volta anche 6 o 7, ed oggi persino 9, non è questo. Non è la Serie A. La massima serie italiana, in realtà, non costituisce roba da e per tutti, in quanto la sua difficoltà continua ad essere di gran lunga superiore a quella registrata nel resto dei campionati d’Europa.

Rocco Crea ( Twitter @Rocco_Crea)

 

 

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