Stop, fine, Finale

Precisamente 671 km, dal centro della prima Capitale d’Italia al centro dell’attuale Capitale d’Italia.

Ecco la distanza tra Torino e Roma, dove il giorno 21 maggio si disputerà la finale della Coppa Italia. A contendersi il trofeo ci saranno il Milan e la Juventus.

La seconda ad accedere alla finale è stata proprio la squadra bianconera che ieri sera ha regalato un momento di gioia ai numerosissimi antijuventini sparsi in tutta Italia, disputando “la peggiore partita dal 2010” (cit. Leonardo Bonucci) facendosi recuperare il vantaggio di tre gol conquistato allo Stadium da un’ottima Inter, che dal canto suo ha disputato la miglior partita dell’anno. Ma non è bastato.

Non è bastato perché il match si è protratto sino alla lotteria dei rigori che ha premiato la formazione di mister Allegri che conquista la sua seconda finale di Coppa Italia consecutiva.

Il calcio ancora una volta ha dimostrato a tutti che non è una scienza perfetta, che i discorsi sui fatturati sono aria fritta, che qualsiasi risultato può essere ribaltato, che tra il disastro e l’apoteosi vi è un filo sottile e che se il corpo non viene accompagnato da un minimo di cervello difficilmente riesci a portare a casa risultati positivi.

A San Siro ieri sera è andato in scena un match che verrà ricordato per anni, con un’Inter che ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e con una Juve scesa in campo con le seconde linee che in novanta minuti di gioco hanno prodotto una sola azione degna di nota, terminata col palo di Zaza.

Brozovic, Perisic e ancora Brozovic su rigore, in novanta minuti hanno colmato il gap creatosi all’andata, spostando la contesa ai tempi supplementari.

Nei trenta minuti finali la Juventus, riorganizzata con Barzagli nella difesa a tre, ha ricordato lo scopo del gioco del calcio e ha iniziato a spostarsi nella metà campo avversaria alla ricerca del gol qualificazione. Tutto inutile.

E così, come per incanto, come accade per uno dei tanti Trofeo Tim di metà agosto, il Derby d’Italia si dovrà risolvere ai calci di rigore.

I 10 gladiatori si preparano dagli undici metri.

Sequenza: Barzagli gol, Brozovic gol, Palacio traversa, Morata gol, Manaj gol, Pogba gol, Nagatomo gol, Bonucci gol. Qualcuno ha anche provato a dire che due dei cinque rigori finali della Juventus non c’erano. Ma non è bastato.

Dopo dieci tiri vince la Juventus. Immeritatamente, ma vince.

In quel momento lo share della Rai riesce a raggiungere picchi altissimi nelle province di Napoli, Roma, Firenze, Genova. Si sfiora quasi il record della finale di Sanremo, di Doha, superando di gran lunga quella di Pechino e le finali di Berlino 2006 e 2015. Ma, come sopra… non è bastato.

Stop, fine, Finale.

Francesco Pellino

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