Una delle partite peggio giocate degli ultimi tempi, come ha ricordato Bonucci dopo il fischio finale e l’ultimo rigore trasformato al Meazza, ha comunque il merito di averci regalato la seconda semifinale consecutiva di Tim Cup. La terza nelle ultimime cinque edizioni della Coppa Italia.
Ieri sera abbiamo concesso gol per la prima volta nella TIM Cup in corso. Aperte le dighe, ne abbiamo imbarcati altri due, limitando però i danni dal dischetto. Come aveva ricordato Allegri in conferenza stampa, l’Inter era avversario temibile e storicamente aveva già ribaltato uno 0-3 subito nell’andata di una sfida a eliminazione diretta di Coppa Italia: contro il Verona ai quarti di finale 1984/85 – l’Inter vinse il ritorno 5-1 dopo i supplementari. I nerazzurri inoltre avevano vinto 14 delle ultime 16 partite casalinghe di Coppa, e dovevano riscattarsi dopo il match di campionato contro di noi di fronte al proprio pubblico.
La Juventus non subiva 3 gol nella stessa partita dalla finale di Champions 2014/15 contro il Barcellona: era dal novembre 1996 che la Juventus non rimaneva senza segnare contro l’Inter in Coppa Italia (7 partite): anche allora finì 3-0 a San Siro. A proposito di finali: è la seconda che raggiungiamo l’ultimo atto della competizione in due edizioni consecutive del torneo (la prima nel 1958/59 e 1959/60).
Il conto dei falli fatti (23 per l’Inter, 19 per la Juve) dimostra come i nerazzurri ci abbiano messo più foga in fase di contrasto, vincendo il 50.6% dei duelli (contro il 49.4% per noi, incluso quello da cui è nato il primo gol di Brozovic).
I singoli
Tra i ragazzi di Allegri i più positivi sono stati Cuadrado, autore di 7 cross (di cui 5 riusciti) e 3 occasioni create; Zaza, che si è reso protagonista di 4 tiri, 8 duelli aerei ma soprattutto di una prestazione tutta sostanza e forza di volontà; Alex Sandro, che è stato il bianconero a toccare più palloni (88) ed aver ingaggiato più duelli (38, fermato irregolarmente in 5 occasioni). Le note positive arrivano anche dalle 7 respinte difensive di Bonucci e dai 7 possessi guadagnati da Lemina, al rientro dopo un lungo stop che l’ha tenuto lontano dai campi da gioco per 4 mesi.