Leo Bonucci, il campione ‘scarso’

Recentemente mi è capitato di vedere un’immagine di Bonucci con la maglia dell’Inter. L’ho guardata stranito, come se non potesse essere vero. Era come guardare un pesce che corre nel deserto, Steph Curry che sbaglia un tiro da tre, un attaccante fare tunnel a Barzagli. Era semplicemente un’immagine sbagliata. E lì ho capito ancor di più quanto quel ragazzo di Viterbo sia entrato nella storia della Juventus.

E dire che la sua avventura in bianconero era iniziata nel peggiore dei modi. Errori a non finire – tanto che venne coniato l’appellativo ‘Bonucciate‘ – e la sensazione che lui con quei colori non c’entrasse proprio niente. D’altronde, dei due difensori del Bari, la Juve aveva preso quello scarso, mentre l’Inter si era assicurata il vero fenomeno, l’erede di Nesta. Sì, quello che ora maledicono anche i tifosi della Sampdoria. Anche in quel momento buio, comunque, io in Bonucci ci credevo. E sarà facile dirlo col senno di poi, ma se non vi fidaste posso portarvi i testimoni.

Con l’avvento di Conte, poi, è cambiato anche Leo. Quelle qualità che si intravedevano soltanto sono emerse con una prepotenza meravigliosa, limitando al minimo i difetti e trasformando quello che per molti era un anatroccolo bruttissimo nel più bello dei cigni. Anno dopo anno, Bonucci si è preso la Juventus. Ne è diventato un cardine in campo e fuori, ne ha assorbito i valori fino in fondo, è diventato un simbolo. Peccato, però, che resti scarso.

Guardiola, dopo Juve-Bayern, ha detto senza mezzi termini che Bonucci è uno dei suoi giocatori preferiti in assoluto. Caro Pep, noi non siamo sorpresi, ma il calcio nostrano un po’ sì. Per tanti, infatti, Bonucci continua a essere sopravvalutato, fortunato, semplicemente scarso, appunto. Lo pensano alcuni giornalisti, una marea di tifosi (anche bianconeri), tanti dei cosiddetti addetti ai lavori. Com’è possibile, direte voi? Io dico che solo in tre casi Bonucci può essere definito scarso:

  1. Non vedi una partita della Juve dal 2010 (e in quel caso che parli a fare?)
  2. Non capisci niente di calcio (e in quel caso che parli a fare?)
  3. Sei in malafede (…)

Prima che Guardiola mettesse i detrattori di Bonucci di fronte alla realtà mi sono spesso chiesto cosa avrebbero detto se Leo giocasse in Premier o Ligue 1, se invece che a Viterbo fosse nato a Rio, se avesse una folta chioma al posto del suo taglio semplice. La risposta è semplice: lo invidieremmo, lo venereremmo, diremmo: “Magari giocasse in Italia o fosse italiano”. E invece ce l’abbiamo Leo. Uno dei migliori difensori del mondo. Praticamente unico nel suo genere.

E se volete continuare a criticarlo fate pure. Gli juventini ringrazieranno ogni giorno di aver preso quello scarso del Bari, gli allenatori di tutto il mondo ammireranno un grande giocatore e lui, ogni tanto, punirà le vostre squadre con gol bellissimi e importanti. Per poi dirvi di sciacquarvi la bocca. Anche se non imparate mai…

Edoardo Siddi

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