Juve-Bayern Monaco, l’analisi del centrocampo: in mediana il cambio di passo, quando la panchina garantisce affidabilità

Il match  degli ottavi di Champions League era già dai sorteggi il più spettacolare ed emozionante della prima fase eliminatoria. Il fascino, la qualità e l’imprevedibilità del Bayern Monaco in uno stadio roccaforte dei bianconeri: tatticamente fortissimi e con l’entusiasmo di un gruppo vincente. Individualmente e collettivamente i valori non sono stati pari ma il popolo juventino credeva nell’ardua impresa dei primi e decisivi 90 minuti.

IN MEDIANA – L’atteggiamento tattico di Allegri è stato chiaro sin da subito: limitare i bavaresi e ripartire. Del resto il calcio italiano ha fatto da scuola ai più grandi campionati esteri. Nel 4-4-2 mascheratissimo hanno agito Cuadrado e Pogba sugli esterni e Marchisio-Khedira al centro: tuttavia in fase di possesso la squadra si distendeva a mo’ di 4-3-3. Il pressing altissimo e asfissiante degli ospiti, ha costretto Marchisio a girare solo orizzontalmente il pallone o ad appoggiarsi ai poco più liberi Bonucci e Barzagli. La prima frazione è stato un dominio territoriale degli uomini di Guardiola che sono scesi in campo convinti delle loro qualità fisiche e tecniche, immense. La Juve rintanata in  35 metri si è difesa ed a malapena è riuscita a subire un solo gol. Le ripartenze venivano bloccate dai posizionamenti difensivi precisi, frutto del lavoro di filtro su Dybala e Mandzukic dei centrocampisti tedeschi.

LA SVOLTA – L’atteggiamento troppo timido della prima metà di gara e il gol subito ha scosso i bianconeri che hanno rapidamente ingranato una marcia in più nella ripresa. Ma la partita stava avviandosi verso un finale da brividi: il Bayern riparte in contropiede e lo Stadium si gela alla perla di Robben che fa 0-2. Da qui, è tutta un’altra Juve: Hernanes rileva  un Marchisio appannato ed entra con caparbietà e determinazione nel traffico del centrocampo. Per lui tecnica e voglia di rivalsa sono un toccasana per scuotere compagni e ambiente: giostra la manovra, conquista punizioni e serve fluidamente palloni chiave per gli esterni. La Juve attacca e lo fa sapendo che non può finire così, non deve. Dybala raccoglie un assist al bacio dell’onnipotente Mandzukic ed accorcia le distanze. Il Bayern è stanco, a tratti lungo ed offende poco: Allegri inserisce Sturaro al posto di un Khedira impalpabile, sarà la carta più importante del mazzo. Pogba recupera l’ennessimo pallone della partita, lo serve al centravanti croato che nel frattempo si era ritagliato uno spazio al limite dell’area, passaggio alto per Morata che vede al centro il taglio del buon Stefano che di rapina batte Neuer facendo sognare i tifosi.

ATTEGGIAMENTO TATTICO – Cuadrado e Pogba hanno coperto Lichsteiner ed Evra che dal lato loro avevano due clienti scomodissimi: Douglas Costa e Robben. L’arma in più del centrocampo bianconero sono stati proprio loro che hanno lacerato gli esterni bavaresi creando superiorità con giocate di classe e rapidità disarmante. Entrambi potevano realizzare il gol del 2-2 prima con il colombiano che ha centrato i pugni di Neuer, poi col francese che a giro cercava la pennellata all’incrocio prima del pari di Sturaro. Allegri è consapevole di avere un gruppo forte e compatto: la prova di Hernanes è stata ottima e potrebbe essere una soluzione futura per i prossimi incontri.

Simone Di Sano

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